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Ha aperto al pubblico all’ ingresso Porta Teatro del Casino’ di Sanremo lo scorso 17 marzo per i famosi Martedì Letterari la mostra di Fulvio Crescimanno “la fiera delle illusioni”che un giornalista del posto ha indicato come “Opere” su un noto sito locale. Solo perché nel catalogo la sezione descrittiva delle opere esposte e’ appunto preceduta dalla separazione titolata “opere”, come si conviene in qualsiasi testo
d’ arte.

Purtroppo la disattenzione e la superficialità dilagante che colpisce il mondo della cultura oggi rischia di far passare in secondo piano il lavoro di un artista di certo valore, di temperamento, con uno stile chiaramente decifrabile e riconoscibile. Un artista affermato ( ha esposto a Enna, Rapallo, Catania, Milano, Palermo, Heidelberg per citare le più note) e poliedrico, attivo con incisioni, terracotta, ceramica, vetro e pittura.

La mostra -aperta al pubblico fino al 30 marzo- si incentra proprio sulla pittura e sul significato che attribuiamo alle categorie platoniche nella nostra esistenza con le false illusioni, con i falsi miti, con la superstizione. Come spiega lo stesso Crescimanno “le opere evidenziano uno stile che va oltre il concretismo, o meglio che non rinunziano al concretismo ma se ne servono quale mezzo per fondere un figurativismo plastico, per non rinunziare a raccontare, ad evidenziare un significato”.

Un figurativismo costruito con sapienza tecnica, perché come commenta il critico Daniela Vasta “occorre evidenziare il deposito di idee e immagini su cui è cresciuta l ‘ identità occidentale” e occorre vederne le valenze nascoste, sperimentarne i possibili laterali.

Giulia Cassini

 

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