Il sentiero della speranza
Il 7 febbraio 2015, organizzata dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso di Grimaldi e dall’Associazione “Randonneurs du Pays Mentonnais”, è stata effettuata una ricognizione del Sentiero della Speranza, il cammino che unisce Grimaldi a Garavan sfiorando il Passo della Morte e la torre rocciosa della Giralda. È stato ritrovato il tracciato del vecchio sentiero che la vegetazione e i cinghiali avevano in alcuni tratti cancellato e sono stati apposti gli appositi segnali evidenziatori. Tutto è pronto per la giornata di domenica 12 aprile alla quale le due associazioni organizzatrici invitano i cittadini e le associazioni interessate dei due Paesi limitrofi, giornata durante la quale saranno effettuati dai volontari i lavori di ripristino e che culminerà in un grande “Picnic dell’Amicizia”.
Sarà così reso praticabile uno splendido sentiero che unisce l’Italia alla Francia, il mare alla montagna e che riserva panorami davvero mozzafiato. Non si tratta, però, solo di turismo. Il Sentiero della Speranza custodisce una memoria storica eccezionale. Da lì, nel corso dei secoli, sono passate, al prezzo di inaudite sofferenze, migliaia di persone con la speranza (da qui il nome del sentiero) di una vita migliore. Come dimenticare gli antifascisti (tra cui il presidente Pertini) o gli ebrei come il meranese Robert Baruch che nel 1939 disegna e spedisce alla propria comunità dalla Francia dove è appena arrivato la mappa allegata (che rappresenta con esattezza il sentiero) nel tentativo di fornire una via di scampo dalle leggi razziali. Ben 150 persone sono morte nei primi 10 anni del dopoguerra. L’ultimo italiano è stato Mario Trambusti, giovane panettiere di Bagno a Ripoli (FI) precipitato nel 1962. E così via…
Recentemente, il sentiero è stato la location del film “Io sto con la sposa” (vedi fotogramma allegato) che è stato presentato con grande successo all’ultima Mostra di Venezia. Sembra opportuno, che i comuni di Ventimiglia e Mentone appongano dove il sentiero attraversa la frontiera un cippo che ricordi ai passanti le sofferenze che il posto ha visto.