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Terra di confne, di migrazione, di antiche e nuove libertà il Ticino come dimostra, dal punto di vista squisitamente artistico, l’esposizione curata da Antonia Nessi e Cristina Sonderegger sotto la bandiera potente di un titolo “Visioni nomadi” che non lascia spazio a possibili laterali.
E’infatti indagata la produzione artistica di Renzo Ferrari (1939, attivo tra il Ticino e Milano) che vanta i riconoscimenti critici di Gianfranco Bruno, Stefano Crespi, Marco Goldin, Giancarlo Majorino, Domenico Montalto, Francesco Porzio, Arturo carlo Quintavalel, Harald Szeemann, Roberto Tassi e Giovanni Testori.

Tanti e meritati i riconoscimenti dunque dalla prima importante antologica alla Galleria d’Arte Villa dei Cedri di Bellinzona del 1990, fino alla mostra apertasi questo maggio fino al prossimo 2 agosto nella prestigiosa sede del Museo Cantonale d’Arte di Lugano, dove 170 opere di non poco conto si snodano in sette sezioni cronologico-tematiche su tre piani. Diventano familiari così diversi codici espressivi dalla pittura al disegno, all’incisione, ai meta-linguaggi come il collage o e installazioni di oggetti facendo sempre riflettere sulla natura sociologica e politica contemporanea di cui Ferrari è un disincantato e acuto osservatore.

Nascono opere caratterizzate dalla tensione tra forme organiche e forme artificiali, o momenti di riflessione intimista che sfociano nel “periodo nero” o, all’opposto, l’uso debordante e marcato del colore nel cercare di raccontare l’immigrazione africana che toccava Milano in quel periodo e che oggi ritorna prepotentemente di attualità. L’ultimo quindicennio è poi caratterizzato dalla trasposizione in immagine dell’incessante dialogo tra condizione individuale e destino collettivo in modo apertamente conflittuale. Oltre che nei dipinti e nei disegni, tutto ciò è registrato da Ferrari, in maniera quasi complusiva-ossessiva, sui taccuini a loro volta esposti in belle teche a fine mostra. Sempre prima dell’uscita è possibile anche assistere a dei filmati, tra cui il più importante “Walker. Renzo Ferrari” del regista Villi Hermann.

Sulle tante riflessioni a cui porta questa valevole e ben costruita mostra una curiosità: l’uso del liguaggio in Ferrari è ludico , è provocazione, come nei titoli dove ultimamente mixa diverse lingue ed errori voluti in un modo di comunicare che ricorda i graffiti di Basquiat, come ricorda Antonia Nessi. La risposta è semplice: come rivela lo stesso artista “il titolo può essere sia impistante che depistante. E’ come se ci fosse un intertesto. Lo scrivere nel quadro mi deriva dal Moleskine dove faccio dei commenti. Come per Magritte, se disegno un martello scrivo martello. L’uso della scrittura è da considerarsi anche ironico..E poi ogni quadro ha delle zone d’ombra, una sua logica non razione. Spiegare tutto è una limitazione”. E’ proprio vero, difficile spiegare le diverse emozioni che suscita “Visioni nomadi”, meglio andarla a vedere sul posto e godere il cortocircuito mentale che provoca, abbattendo ogni barriera.
Giulia Cassini

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RENZO FERRARI
VISIONI NOMADI 1959 -2014

Museo cantonale d’Arte Via Canova 10, Lugano
15 maggio -2 agosto 2015
Orari: martedì 14-17; mercoledì-domenica 10-17; chiuso il lunedì.
Biglieti: intero franchi 12. Ridotto AVs/Al , over 65 anni, gruppi, studenti 17-25 anni Fr.8
Entrata gratuita sotto i 16 anni e la prima domenica del mese. Il Museo è perfettamente accessibile alle persone con difficoltà motorie.
Info: 0041 (0)918157971
Catalogo bilingue (italiano e francese) edito da Skira con contributi di renzo Ferrari, Marco Franciolli, Flaminio Gualdoni, Rainer Michael Mason, Véronique mauron, Jérome Meizoz, Antonia Nessi, Luca Pietro nicoletti e Cristina Sonderegger, franchi 40.

 

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