I romanzi del freddo Nord aiutano a vivere meglio. Quando il “tu” fa cadere i muri

Cosa c’è di meglio per affrontare questa torrida estate (più torrida degli ultimi cinquant’anni, cent’ anni, del 2003) che tuffarsi nella lettura dei più recenti romanzi che vengono dal freddo Nord?

Henning Mankell ha aperto la strada a tantissimi emuli del genere “giallo–poliziesco”. I suoi romanzi, anche se pubblicati in Italia non in ordine cronologico, hanno trovato subito un largo seguito. Ma questo nuovo filone ci permette, forse, di farci un‘idea vera del mondo scandinavo?

Con Camilla Laeckberg (La principessa di ghiaccio) o Jo Nesbo, (La ragazza senza volto), con Ake Edwarderson (Grida da molto lontano) o Asa Larsen  (Finchè sarà passata la tua ira), riusciamo a sfiorare forse la solitudine di chi per molti mesi all’ anno è costretto a convivere con  la pioggia continua, la nebbia, il gelo.  A intuire l’attesa della primavera sempre come una sorpresa, una festa da vivere tutti insieme. E poi l’ estate calda e breve…

Alcuni di questi romanzi sono davvero interessanti e ci raccontano, tra le righe di trame a volte raccapriccianti, come esistano ancora, per questo popolo dalla personalità riservata,  i valori dell’ amicizia e della solidarietà.

Quello che sappiamo di questi Paesi è davvero poco ed è un peccato.

I Norvegesi rispettano la natura quasi in modo maniacale e le foreste scandinave grazie ad un taglio pianificato, mantengono intatte la loro superficie boschiva.

Gli Svedesi, alcuni anni fa, hanno introdotto il “Du Reformer”, la riforma del “tu”. Questo per facilitare un contatto interpersonale reso difficile da un clima che costringe a chiudersi ed isolarsi per lungo tempo.

La pelle chiara, i capelli biondi, le bellezze nordiche, le spalle e i nasi spellati sono ciò che vediamo lungo le nostre spiagge. Ma c’è molto di più  nascosto sotto  lo spesso strato di ghiaccio che ad ogni disgelo scricchiola e sembra  parlare una lingua antica.

C’è un popolo orgoglioso, fiero del proprio Paese, delle proprie tradizioni, aperto, però, ad una società multi-culturale e multi-etnica che fa dell’uguaglianza  il principale valore sociale.

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