Vanitas aeterna (Saint-Ouen) VB-023eDavide Becchio a New York

Il pretesto per l’intervista- se così possiamo chiamare questo grandissimo evento reso possibile dal Presidente della Fondazione Enrico Colombotto Rosso Gaetano Giacomelli – è la prossima apertura straordinaria il 4 ottobre della Casa Museo di Camino Monferrato, nel Piemonte più autentico non ancora ovattato dalle nebbie (orari: 10-12,30 e 14,30-17 con la chiusura della mostra di Vischio Blu “La bellezza dell’inerzia” cui seguirà concerto del noto gruppo vocale Hasta Madrigalis, che, sotto la direzione di Paola Rivetti, si esibirà alle 17.30 nella Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo Martire, in via Roma 10, con ingresso libero). Il protagonista è Davide Becchio, in arte Vischio Blu e le sue opere dove le bucce cascano, le maschere si dissolvono e rivelano l’essenziale, la verità dell’arte . Tenetevi pronti però a viaggiare tra New York e Parigi, ne vale la pena.

L’INTERVISTA

Un viaggio a New York lascia tracce in tutti, ma, per un artista che vi si reca per il primo film documentario con un regista del calibro di Ronni Thomas, che cosa ha significato?

Il mio ritorno a New York questa primavera, dopo appena un anno dalla mia prima visita per incontrare Ronni Thomas, è stato molto speciale. Oltre che alle riprese del film, ho dedicato l’intero viaggio a realizzare scatti fotografici con installazioni dal vivo in giro per la città, cogliendo emozioni e fantasia che ho poi utilizzato per le riprese del documentario.Quando Ronni mi ha proposto di fare un film sulla mia arte, mi si sono aperte mille visioni positive, ma anche timori per nuove incognite esperienze. Il giorno delle riprese, però, ho per incanto perso ogni paura, percependo, da questa impresa, che il mondo può veramente essere la nostra terra per creare. Ovunque noi siamo. Ronni ha collaborato con i più importanti artisti di “stranezze” del mondo, come, ad esempio, Ryan Matthew Cohn, collezionista di antiquariato medico e artista di fama, o Evan Michelson, altra celebre collezionista e proprietaria della famosa bottega “Obscura” di New York, protagonista della serie televisiva “Oddities”, in onda su “Discovery Channel”. Non nascondo che, ora, ritrovarmi soggetto di un suo film, accostato a personaggi così ragguardevoli per questo particolare tipo di arte ed attività, mi rende entusiasta ed orgoglioso, poiché rappresenta, per me, il riconoscimento di tanti anni di meticolosa ricerca artistica in un settore così singolare e di nicchia.

Quali erano i tuoi modelli a vent’anni (tra cui troviamo sicuramente il grande Enrico Colombotto Rosso) e che cosa ti entusiasma invece oggi nel panorama artistico contemporaneo?

Sono sempre stato affascinato dall’ambiente più inusuale della materia. Con questo voglio dire che, fin da piccolo, scrutavo con attenzione tutto ciò che potesse darmi sensazioni molto forti, come gli incontri con mio cugino Davide De Agostini nel suo atelier, dove dipingeva, con la sua fluente mano, figure occulte di racconti passati dai sapori strazianti. Proprio grazie al mio coinvolgimento con la famiglia di artisti, sono riuscito a conoscere Enrico Colombotto Rosso, che, per me, è stato un grande esempio di vita. Da lui ho capito che cosa voglia dire essere artista e che cosa significhi amare la propria casa come di se stessi. La casa, infatti, siamo noi. Gli oggetti che ci circondano sono specchio della nostra mente, ma anche dimora dei nostri più bizzarri (e a volte perfidi) pensieri creativi, diventando memoria del nostro sguardo sul mondo che si sta evolvendo. Oggi l’arte sta stravolgendo i canoni delle vecchie tecniche e dei vecchi materiali normalmente utilizzati dagli artisti di un tempo come tele pittoriche, marmo, gesso, legno. Si punta su materiali e spazi di nuova generazione o “dismessi” dall’uomo, originariamente del tutto estranei all’arte in senso tradizionale, che si trovano ora ad assurgere ad un ruolo artistico nel momento in cui vengono coinvolti in una nuova visione creativa. La modernità è concetto e l’arte di oggi si basa sul “rumore” del concetto, che, quindi, può essere estrapolato da qualsiasi materia che possa destare stupore. Ed è proprio quest’aspetto, oggi, che entusiasma il mio immaginario, laddove riesce a cogliere forme nuove e sorprendenti, frutto di una continua ricerca creativa”.

Qualche anticipazione sulla tua mostra a Parigi prevista a novembre?

Parigi sarà la vetrina per una mia performance creativa in uno dei luoghi che mi stanno più a cuore. Il mercato delle pulci “Vernaison” di Saint-Ouen, nei pressi della Porte de Clignancourt, è un posto magico, un cuore pulsante e in continuo fermento, dove si trovano milioni di curiosità di tutto il mondo; e proprio qui, con la mostra “Vanitas aeterna”, presso la bottega “Objets interdits”, a partire dal 23 novembre, esporrò dal vivo alcune mie installazioni su crani. Queste racchiudono in sé storia, viaggi e mistero, raccontando la mia vita d’artista contemporaneo, che vive in simbiosi con le più remote curiosità da scoprire, spolverare ed amare.

Mai scelte pubblicitarie per Vischio Blu o semplicemente d’immagine, ma un vero e proprio modo di vivere, focalizzato solo su quello che per l’arte vera può contare.

 

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