Sandro-Costa

Sono artisti imprestati all’industria, innovatori, artigiani e poeti e, a ben guardare, un’eccellenza ligure di tutto rispetto anche per quanto riguarda i numeri, sicuramente più prosaici ma largamente positivi. Una di quelle aziende che col design è riuscita ad esportare la nostra bandiera su vasta scala con clienti conosciuti a livello a mondiale e catene importantissime: è Costa Group srl di Riccò del Golfo (La Spezia).

Giusto per citare qualche nome dei suoi “aficionados” dimenticandone altrettanti: Giovanni Rana, Eataly, Lindt, Lancia, De Gusto, Sammontana, it Boulangerie, Harry’s Bar, Mondadori, Puro Gusto… Costa Group si occupa di arredamento e progettazione di locali pubblici, bar, pasticcerie, panifici, pizzerie, ristoranti, fast food e chi più ne ha più ne metta. Per realizzare tutto questo si avvale di artigiani,tecnici e grafici impegnati prevalentemente in ricerca e progettazione, studio e sviluppo concept, ideazione e visual identity, lavorazione artigianale di legno, acciaio, marmo, vetroresina e vetro, simulazioni e studi 3D.

Noi dell’Eco della Riviera abbiamo incontrato Sandro Costa (ai vertici dell’azienda col fratello Franco) alla riunione conclusiva del Programma Elite nella prestigiosa sede di Via San Vincenzo 2 di Confindustria a Genova. Sorriso aperto, giacca blu carta da zucchero che riprende l’azzurro degli occhi, parlata sciolta ad alto tasso di “fattualità” ha raccontato la sua esperienza imprenditoriale tra bilanci, know how altissimo ed aggiornato e tutti quei valori di impresa che sembrano oggi fuori moda, senza tenere troppo in conto gli elogi degli economisti in sala.

E’ un imprenditore alla Cucinelli, una specie di filosofo realista, non è certo uno che si riposa sugli allori e va sempre dritto al sodo:

un’azienda è fatta di numeri e di persone. Per i numeri non vogliamo essere schiavi delle banche così non ci siamo mai messi nei circoli a volte viziosi dei prestiti, non abbiamo iniziato con alcun finanziamento ma a testa bassa, ricordo che il papà era sempre in azienda e non vedeva la luce del sole. Ci ha insegnato che il più grande valore di un’impresa sta nel consegnarla sana alla generazione successiva.
Il cash flow che ci siamo costruiti con una attenta gestione ci basta, non abbiamo nemmeno mai attinto a finanziamenti iniziali comunitari, come tanti altri in gran parte di questa zona della Liguria.

Ora non abbiamo preclusioni, infatti in questi mesi abbiamo aperto un programma Silfab per il fotovoltaico sui tetti. Sui numeri bisogna essere rigidi, solo così si va avanti. Noi prima ci assicuriamo dei pagamenti e poi spediamo le realizzazioni, così non siamo finiti in certi spirali di mancanza di liquidità che sono capitate a tanti imprenditori. Sulle persone poi bisogna investire, noi siamo fieri dei nostri dipendenti che d’altra parte hanno il nostro scudetto cucito addosso. C’è stima reciproca, tanto impegno e redistribuzione degli utili di modo che anche le loro famiglie possano crescere.

Ma come si forma lo staff di Costa Group?

Siamo un’azienda familiare, sono tutti amici, compagni di scuola e familiari. C’è fiducia e voglia di crescere. Quest’anno abbiamo assunto 5 persone a tempo indeterminato, quante altre aziende liguri hanno fatto lo stesso?

La forza dell’azienda con fatturato ancora in crescita nel 2015 è questo

Abbiamo circa 25 assemblaggi al mese ( non mobili ma composit), tra le ultime realizzazioni a Ginevra per Autogrill, parecchi stand all’Expo, in stazioni metropolitane, locali tra cui Eataly, Lindt… Tra le prossime aperture in America quella per una grande catena di pasticcerie. Quello che fa la differenza è il miscuglio di talenti, creatività, cultura, innovazione e business. Ci chiamano per il made in Italy, è tutto artigianale: studiamo vetri, materiale, modelliamo,assembliamo. Dobbiamo rimandare le commesse di tre/ quattro mesi da tanto lavoro ci è richiesto, e a volte con grandi nomi come la Lindt è un po’ complicato.

In più la progettazione totale e la realizzazione dell’aredamento su misura del locale avviene in sede, così spedendola si risolve tutto in tempi strettissimi e rispettando le scadenze, mentre ad esempio in America i “concorrenti” stanno dei mesi dentro al negozio e da lì fanno progettazione e costruiscono l’arredamento, incappando in imprevisti il più delle volte e ampliando ancora la tempistica. Per concludere un altro insegnamento, questa volta del padre di Sandro Costa: “l’arredo deve essere invisibile come un vero maggiordomo: l’unica funzione che deve avere é valorizzare il prodotto esposto, comunicarne le qualità ed esaltarle.

Giulia Cassini

 

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