Dal Casto Divo a Gea Bond, quando musica e letteratura diventano fuoco

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A cavallo tra il 2009 e il 2010 sulla Riviera dei Fiori calò il colore rosso del peccato. Centri massaggi ‘segreti’ furono chiusi, scoperti ritrovi hard, scovati case proibite nei posti più impensati, in quel periodo ci fu proprio un boom dell’informazione su questi argomenti. Noi de L’Eco avevamo la sede in Piazza Colombo a Sanremo. Per testimoniare gli eventi, per parlare degli accadimenti, su un articolo che informava di possibili prostitute transessuali poco fuori Sanremo, avevamo inserito il testo di una canzone che stava infiammando youtube, 50 bocca 100 amore di Immanuel Casto.

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Una canzone che immortalava la vita dei viados, citando Lapo, citando i luoghi e dipingendo quadri di vite sofferte e border line. Siamo stati i primi nell’imperiese ad accorgerci delle potenzialità innate di un fenomeno musicale che presto sarebbe esploso. Immanuel Casto dopo aver composto singoli ed ep fece uscire il suo primo album nel 2011, dal titolo Adult Movie. Il cd riprese le canzoni piccanti del web, come Crash cantato con Romina Falconi ed Escort 25, inserendo testi inediti come Revival e Killer Star, quest’ultimo drammaticamente moderno perché puntava il dito contro quella tv che spettacolarizza gli assassini, portandoli alla stregua di divi. Punto focale, oltre ai testi molto espliciti, fu il sound fresco, di matrice disco, a tratti new wave. Nel 2013 uscì Freak & Chic, i testi sempre hard, l’ironia continuò a essere alla base del Casto Divo, però il sound si fece più introverso, più studiato, più maturo. In certe canzoni la parolaccia si sovrappone a un testo più dualistico, più introspettivo, più sofferto, come accade in Comunione e Liberazione e Da quando sono morto. La parola d’ordine non fu più trasgressione ma rinnovamento, con un sound agile e frizzante, anche se non mancarono contenuti hard come in Sexual Navigator o nella canzone che diede il titolo al disco, ovvero Freak & Chic.
Sino ad oggi Immanuel Casto è il re incontrastato del porn groove, corrente creata per definire l’hard in musica, e da pochissimo è uscito il suo nuovo disco, Pink Album.

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Un album maturo, in cui la musica è arrivata al culmine di una new wave intensa e meditata. Brani elettronici, mai banali, tosti, innovativi. Memorabile la cover degli Einsturzende Neubauten, Sabrina, re-intitolata Rosso Oro e Nero, fenomenale la song Deep Throat Revolution, intime e coraggiose le canzoni incentrate sull’omosessualità, in cui racconta le più variegate e profonde sfumature dell’essere uomo.
Sotto il profilo musicale è l’icona più rappresentativa del genere, uno dei suoi sogni è partecipare al Festival di Sanremo in duetto con Romina Falconi, che partecipò a Sanremo con la canzone Ama. Purtroppo la fama dei testi a luci rosse minerebbe la sua partecipazione. Sebbene non tutte le canzoni siano marcatamente esplicite, la Rai forse potrebbe avere un po’ di fifa. Quella scritta per il Festival, come Immanuel e Romina hanno dichiarato su youtube, non ha affatto contenuti hard. La curiosità di sentire Immanuel Casto al Festival è tanta, non per il fatto che dica le ‘parolacce’ o perché tocca tematiche considerate magari tabù, ma perché è un artista in tutto e per tutto. Musicalmente non ha eguali, sta dando moltissimo là dove altri hanno fallito. Molti sono partiti dall’underground ma in pochi sono riusciti, col tempo e divenendo più conosciuti, a mantenere viva la propria fiamma creativa. Lui ci è riuscito e continua a riuscirci salendo continuamente di livello.
Tutti i suoi fan lo vorrebbero a Sanremo, sicuramente sarebbe un arricchimento per il Festival. Per quanto riguarda l’hard letterario invece è arrivata una branca nuova, inedita. Non più il polpettone pop alla 50 sfumature di grigio o quei racconti da comodino in cui tradire il coniuge è la pratica più normale, l’hard in questione è qualcosa di davvero mai visto. La prima scrittrice, che si sta facendo strada nell’underground sanremese, è Gea Bond che con il suo Porn Opera ha gettato le basi dell’hard surrealista.

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Un romanzo distopico in cui il protagonista ha la colpa di voler possedere molte donne. Il dramma è che come Re Mida qualsiasi cosa toccasse la trasformasse in oro, Unk la trasforma in fuoco. Le donne con cui va bruciano, torturato dall’idea cerca di trovar conforto ma si innamora di una donna. Tra insetti giganteschi per metà esseri umani, tra punitori che uccidono chi vede porno, tra creature dadaiste e dirompenti, si muove Unk che sperimenta, fa l’amore, trova l’anima gemella e vuole salvarla da se stesso. Gea Bond, ha composto un’opera ‘assurda’, fresca, contorta, che davvero può cambiare le regole dell’underground e non solo. L’identità di Gea Bond è segreta, come lei stessa ha dichiarato il suo nick name è l’anagramma di ‘Bondage’, nome scelto per celebrare una delle canzoni di Immanuel Casto, Bondage per l’appunto.
Il surreale di Gea Bond potrà mai incontrare la musica frizzante del Casto?
Le basi sono state gettate, la scrittura sta prendendo potere, la musica si sta sempre di più consolidando, che inizino le danze.
Da Sanremo, da fuori Sanremo, sul palco dell’Ariston, sotto le palme, in tv… la strada potrebbe non essere così lunga…

Francesco Basso

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