Alfons Mucha: alle origini della pubblicità
Mucha, un giovane pittore ungherese che vive a Parigi e che, oltre a due bei affissi per Théodore e per quel Salon des Cent, organizzato periodicamente dall’ardimentoso e instancabile direttore della Plume Lèon Deschamps per far conoscere al pubblico parigino i giovani disegnatori francesi, ha dato in questi giorni alla luce quattro stampe murali simbolizzanti le quattro stagioni, le quali meritano proprio di richiamare su di lui l’attenzione empatica dei buongustai d’arte – Vittorio Pica, 1896, “Emporium”
Fino al 18 settembre 2016 la Wolfsoniana di Genova Nervi si anima anche con un allestimento apposito che riprende e corona la bellissima mostra in essere a Palazzo Ducale, in pieno centro a Genova, “Alfons Mucha e le atmosfere Art Nouveau”, focalizzandosi su uno dei tanti aspetti legati non solo alla figura di Mucha, ma a tutto quello stile che parte proprio da lui e contamina tutta Europa. Le lente di ingrandimento alla Wolfsoniana è dunque la ricerca delle origini della pubblicità, incentrata sulla grafica pubblicitaria del grande artista ceco. Divenuto celebre con i manifesti teatrali per Sarah Bernhardt, realizzati tra il 1895 e il 1904 con un’impostazione grafica verticale che rappresentò la sua principale cifra stilistica, Mucha fu anche autore infatti di numerosi manifesti pubblicitari relativi a un’ampia gamma di prodotti: dall’industria alimentare (cioccolato, biscotti, bevande) a beni di consumo (profumi, detersivi, cartine per sigarette, dentifrici), dalla promozione di eventi culturali (mostre e concerti) a quella di località di interesse turistico. Ecco allora alla Wolfsoniana “Cognac Bisquit”, litografia a colori del 1899, “Fox- Land Rum”, del 1897, “Coryn Parfumerie Moderne” del 1898 circa, “Lance Parfum Rodo” del 1896 . Anche in questi manifesti, come in tutta la sua produzione grafica, la figura femminile appare sempre dominante come incarnazione simbolica del prodotto reclamizzato. In questo ambito Mucha giunse pure a collegare la grafica pubblicitaria di un prodotto alimentare con l’icona più celebre del suo repertorio di immagini femminili: proprio Sarah Bernhardt. Nei manifesti promozionali realizzati dopo il 1910, data del suo ritorno in patria dagli Stati Uniti, Mucha iniziò a declinare attraverso il proprio stile grafico temi nazionalistici, corrispondenti al suo crescente interesse per l’identità della cultura slava e ai modelli iconografici del suo monumentale ciclo dell’Epopea Slava (ricordiamo “Epopea slava”, 1928, e “Exhibition in Vyskov”, 1902) . A partire dagli anni Venti si dedicò quindi solo saltuariamente alla creazione di manifesti pubblicitari e il più delle volte per scopi benefici.
All’interno della mostra presso la Wolfsoniana, la produzione grafica di Mucha è integrata da alcune opere (piccoli bronzi e terrecotte dipinte quali “Gatto” di Duilio Cambellotti del 1908, terraglia dipinta, e dello stesso “Rondine”, 1908, ancora Wiener Werkstatte “Donna con anfora”, terracotta dipinta e invetriata, 1906c., e poi il bronzo”Donna con turbina”, s.d., di Alberto Giacomasso), volumi, cataloghi e altro materiale a stampa ( “Novissima”, V, 1905, “Ars et Labor”, II, 1907, “Emporium”, X, 1899…), provenienti dalle collezioni della Wolfsoniana, nei quali l’immagine femminile proposta dall’artista ceco trova un significativo confronto con le illustrazioni e le forme espressive delle coeve ricerche italiane e internazionali.
Interessante approfondire le tematiche sul catalogo generale della mostra, per quanto concerne la Wolfsoniana molto utile ad esempio l’intervento di Matteo Fochessati sulla cartellonistica, la rivista “Emporium”, e “Novissima” con la particolare copertina, nonché l’eviscerazione di quei caratteri ripetitivi che formarono il “gusto Mucha”, tra cui “l’ondeggiante dinamismo delle chiome e delle vesti femminili a rappresentare un tema ricorrente nelle illustrazioni dell’epoca, come documentato dalla copertina di Marcello Dudovich per il numero di Novisima del 1904″. Rimandi e collegamenti davvero preziosi quelli alla Wolfsoniana targata Fochessati e Franzone, che tanto si sono spesi negli ultimi anni sia a livello strettamente museale sia interdisciplinare.
Giulia Cassini
alla Wolfsoniana di Genova Nervi Orari: martedì-venerdì 11.00-18.00, sabato e domenica 12.00-19.00, lunedì chiuso Ingressi: € 5 intero; € 4 ridotto; € 3 scuole e visitatori che si presentano con il biglietto della mostra Alfons Mucha e le atmosfere Art Nouveau in corso a Palazzo Ducale