La percezione visiva di Escher dialoga con le più moderne tecnologie
“Lo stupore è il sale della terra” Maurits Cornelis Escher
Solletica l’intelligenza emotiva, quella che fa riferimento a come la gente converte le proprie emozioni, la mostra sulle “prospettive impossibili” di Escher che apre domani a Palazzo Reale (Milano, Piazza Duomo 12) e che piacerà soprattutto ai bambini ed agli under 30.
E’ stata infatti appositamente pensata con svariati laboratori a tema divisi per fasce d’età ( Scuola dell’Infanzia; Scuola Primaria; Scuola Secondaria di primo grado e di secondo grado) e si è insistito volutamente sull’ aspetto ludico, coinvolgendo il visitatore con supporti interattivi e con l’invito a farsi ben più di un selfie. Si passa dalla costruzione della figura piana a quella solida, da giochi dove arte e matematica si intrecciano, fino ai più complessi concetti di spazio, infinito, ordine e caos. E ancora si possono acquisire i segreti della divisione regolare del piano percependo visivamente, attraverso le particolari installazioni in stanza didattica, quale sia il processo geometrico per la realizzazione della tassellatura, della simmetria e della proiezione.
In più lo staff di Palazzo Reale ha chiesto di collaborare a Studio Azzurro (del quale è anche in corso un’importante mostra) per creare “Scale Sognanti” che si rifà ad una delle opere più famose di Escher dove un universo profondo affonda sotto i piedi del visitatore. Tra le scale compaiono piccoli animali, sfuggiti dalle opere di Escher, ma d’un tratto le scale si fermano e gli esserini scompaiono. Cade dall’alto un oggetto, tocca una scala e rimbalza, cade più in basso e tocca un’altra rampa, rimbalza di nuovo finché scompare lontano nel vuoto. Una voce intanto racconta una storia. Quando l’oggetto ricompare fluttuando di fronte allo spettatore, ruota come il satellite di un pianeta, si deforma attraverso una lente e poi il nulla: solo allora le scale riprendono il moto.
Insomma, su più fronti si è voluto privilegiare il pubblico dei giovani e in generale il largo pubblico, guidandolo attraverso un ampio materiale documentale attraverso tutte le tappe più significative (la formazione; dall’Alhambra alla tassellatura; superfici riflettenti e struttura dello spazio; metamorfosi; paradossi geometrici; economia escheriana ed eschermania) ripercorrendo buona parte dell’arte di Escher, che le nuove tecnologie digitali sembrano rincorrere facendone propri i risultati, un’arte che sembra essere senza data di scadenza sebbene siano trascorsi quarantaquattro anni dalla scomparsa del suo ideatore.
LA MOSTRA- Una grande mostra con più di duecento opere sul genio olandese “pop” che approda a Milano dopo lo straordinario successo delle esposizioni di Roma, Bologna e Treviso che hanno raggiunto quota 580.000 visitatori, un traguardo forse nemmeno ipotizzato in partenza. Come afferma Domenico Piraina, noto Direttore di Palazzo Reale, “Escher ottenne qui e in generale ha ottenuto negli ultimi anni i riconoscimenti che non ebbe in vita. Le sue opere, come le famose ‘Mani che disegnano’ sono inflazionate anche sui social e mi è capitato anche di ritrovarle come immagine del profilo whatsapp di un amico che non nutre particolare interesse per l’arte. Questo significa che nel tempo è stato incompreso o malinteso , come quando il movimento hippie si voleva appropriare delle opere di Escher che non solo era estraneo al movimento ma addirittura lo avversava. Memorabili anche i suoi rifiuti di prestare alcune opere per lo sfondo di copertina dei dischi fortunatissimi di Mike Jagger.”
C’è tutto questo nella mostra a Palazzo Reale in essere fino al prossimo 22 gennaio 2017 e c’è anche la passione del maggiore collezionista euopeo di Escher, vale a dire Federico Giudiceandrea, ingegnere elettronico ed industriale. “Bisogna dire anche” continua Piraina “che dagli anni Venti in avanti abbiamo lasciato spazio per letture in controtendenza con gli studi precedenti almeno per due aspetti. Il primo è quello del constatare con agilità che non si trovi la benché minima frattura tra le opere antecedenti al ’36 (visita all’Alhambra, dalle tassellature alle superfici riflettenti, dalle metamorfosi ai paradossi geometrici) perché quella visione spaziale del mondo c’era già nei paesaggi italiani (1923-1935 n.d.r.). Il secondo è che non è mai stato un artista isolato, chiuso nel suo studio: conosceva bene le avanguardie del Novecento e peraltro i visitatori assidui di Palazzo Reale che hanno già acquisito gli strumenti per riconoscere gli aspetti dell’Art Nouveau, del Simbolismo, del Futurismo, del Divisionismo capiranno bene i singoli passaggi ben rimarcati da ampie spiegazioni a corredo delle macrosezioni”. Escher aveva una profonda conoscenza artistica e filosofica ed abbracciava gli assiomi della psicologia della Gestalt per la quale “il tutto è più della somma delle singole parti”.
Dall’ attenzione ai fenomeni della percezione visiva i rapporti col mondo scientifico sono evidenti: Palazzo Reale ha voluto coinvolgere anche il Museo di Storia Naturale (Dipartimento Mineralogia ) che ha prestato i cristalli per rendere il percorso ancora più esaustivo. Come chiarifica poi il curatore della mostra Marco Bussagli alle opere di Escher sono state anche affiancate quelle di altri artisti che hanno percorso per proprio conto una via alla creatività consimile come Piranesi e Patella. Infine, una sezione è dedicata a documentare quanto la lezione di Escher sia stata centrale nella cultura, nell’editoria e nella musica del Novecento.
Giulia Cassini©
ESCHER
Una mostra Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore, Arthemisia Group
24 giugno – 22gennaio 2017
Dove: Palazzo Reale, Piazza Duomo 12
a cura di: Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea
Biglietto: ingresso intero 12 euro, ridotti vari
Orari: lunedì 14,30/19,30; martedì- mercoledì-venerdì-domenica 9,30-19,30; giovedì-sabato 9,30 – 22,30
Informazioni: telefono 0039 06 91511055