Una volta era diverso:  si puntava su grandi artisti e veri successi Quest’anno è veramente scarso.

Ma il Festival di Sanremo è ancora il Festival  della canzone italiana? E’ una domanda che si pongono in molti in questo periodo ed io stesso ho ricevuto molte telefonate ed e-mail per sapere cosa ne pensassi. Cambiano i presentatori, cambiano i Direttori Artistici, cambiano i Dirigenti della Rai, ma ormai il Festival per volontà della RAI stessa ha preso una direzione differente da quello che era quello tradizionale di un tempo. Se una grande azienda come la RAI prosegue su questa strada, evidentemente ha i suoi  vantaggi, dettati forse dall’ascolto o da altre ragioni che  a me sfuggono. Io posso dire solamente che negli ultimi anni è cambiata completamente la filosofia del Festival. Quando io organizzavo la manifestazione per un anno cercavo le belle canzoni ed i grandi artisti  ed i risultati si sono visti. Da dati FIMI il 1991 ha battuto tutti i record di vendite discografiche della storia del Festival. Ai miei tempi riuscivo a portare in concorso, non come ospiti, grandi artisti come i Pooh, Renato Zero, Riccardo Cocciante e tanti altri. Gli ascolti dell’epoca  sono stati sempre molto alti con percentuali del 75% nelle serate finali. Le canzoni del Festival di Sanremo di quegli anni sono diventate dei classici di successo. Tutto ciò negli ultimi anni non è accaduto. Le vendite discografiche non esistono più. I grandi artisti o cantano al Festival come ospiti o non partecipano alla manifestazione e sfido chiunque a ricordarsi una canzone di successo, sulla bocca di tutti, nei Festival degli ultimi anni. Quest’anno la situazione è ancora peggiorata poiché gli artisti presentano due canzoni ed il pubblico ne sceglie una. Diciamolo chiaramente, non è più il Festival della Canzone Italiana di Sanremo. E’ un altro Festival, organizzato egregiamente dalla RAI  con ottimi presentatori e presentatrici, belle donne e grandi ospiti, ma con un regolamento che nulla a ha che fare con la tradizione di Sanremo.
Quest’anno il cast scelto è veramente scarso. Ho letto che si è puntato tutto sulle canzoni. Io ne ho ascoltate qualcuna e non mi sembra che tra queste ci siano delle top di successo. Comunque secondo la mia opinione non si può fare un Festival di Sanremo con il cast di quest’anno. Ho sentito critiche sulla scelta dei cantanti persino su programmi della RAI. Eppure quest’anno c’era la possibilità di organizzare un grande Festival  perché tra gli esclusi ci sono una serie di nomi che avrebbero sicuramente dato lustro e successo alla manifestazione. Alcuni di questi uniti ad artisti selezionati quest’anno  avrebbero sicuramente formato un cast di prestigio, degno del Festival. Ma la cosa che mi meraviglia di più è la composizione della Direzione Artistica che praticamente da sempre sceglie le canzoni.
Fabio Fazio è un presentatore, anche un autore, ha successo ma non mi sembra che nel suo back ground ci sia una cultura musicale così importante, da scegliere le canzoni migliori dell’anno, necessarie per il Festival. Pietro Galeotti, Marco Posani, Claudio Fasulo, Michele Serra e Francesco Piccolo sono tutti autori televisivi e anche loro non hanno nessuna competenza specifica in questa materia. Mauro Pagani che risulta collaboratore della Direzione Artistica musicale, è un ottimo musicista ma una rondine non fa mai primavera. Ai miei tempi io avevo scelto una commissione composta da grandi musicisti, da grandi autori, da scrittori che insieme a me, che ho dedicato tutta la mia vita, quarant’anni della mia carriera alla musica e alle canzoni, sceglievamo il meglio sul mercato e i risultati si sono visti. Una cosa poi non riesco proprio a capirla. Come possa una grande azienda come la Rai usare il televoto per il Festival di Sanremo.
Con un programma appropriato, di poche centinaia di euro, ed un computer si possono far votare tutti gli utenti presenti negli elenchi dei telefoni italiani. Io capisco far votare con il televoto Miss Italia, ma non il Festival di Sanremo, dove ci sono interessi di milioni, milioni  e milioni di Euro e dove sono interessati l’industria discografica, gli editori musicali, i manager, i produttori indipendenti e i cantanti. Io ho anche un’opinione: i giornalisti devono fare i giornalisti, criticare o elogiare chi vogliono ma non certo votare le canzoni in gara, per me questo è un errore molto grave. Come secondo me è fuori dalla filosofia del Festival che alcuni ospiti come Albano, i Ricchi e Poveri, ecc, presentino fuori concorso cinque canzoni e che il pubblico stabilisca qual è di questi brani, quello di maggior successo. Un Festival dentro il festival. Delle canzoni famose che fanno concorrenza a quelle in concorso. Un’ultima considerazione. Se una grande azienda come la RAI prosegue in questa direzione, avrà i suoi vantaggi ma non riesco a capire il comune di Sanremo che vede la propria manifestazione distrutta anno dopo anno e non fa nulla, ma proprio nulla affinché il Festival ritorni quello di un tempo. Non vorrei che tra qualche anno gli amministratori della città dovessero recitare un Mea culpa,  mea culpa,  mea maxima culpa.
Adriano Aragozzini

 

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