“Vasco è un esemplare unico”, Fabio Masi racconta ‘il Decalogo’ di un mito
Non è detto che la musica si debba solo ascoltare. Prima di tutto bisogna viverla e poi, bisogna anche saperla leggere. Sì perché esiste anche la musica per gli occhi, come un libro ad esempio. Un libro imperdibile per tutti i fan del mito numero uno del rock italiano: Vasco Rossi. ‘Il Decalogo di Vasco’, infatti, porta alla luce un’icona splendente raccontata su carta, grazie alle fatiche dell’inviato di Blob Fabio Masi che noi de L’Eco abbiamo intervistato.
In principio il ‘Decalogo’ era un documentario, adesso è diventato un libro in cui ‘la strada’, l’on the road ha sempre un ruolo fondamentale: narrare le vite di generazioni che si sono rispecchiate e continuano a rispecchiarsi nel mito assoluto del rock italiano. Vasco Rossi.
Com’è iniziato il tuo amore per Vasco e parlaci del rapporto documentario/libro.
Vasco Rossi lo conosco da quando ero ragazzo, mi ha sempre accompagnato in giro per le strade di Roma, con la sua musica, nei pomeriggi assolati d’estate quando finalmente la città si sveste dalle lamiere delle automobili e si respira un’aria naturale. Lo ascolto da sempre e ho lavorato come facchino per alcuni dei suoi concerti negli anni 90 ed è proprio lì che l’ascolto è diventato passione. Il documentario stà al libro come il libro stà al documentario, in una formula indissolubile fatta di sensazioni, pensieri e racconti, miei e di Vasco. Sono nati da soli e sono cresciuti quasi autonomamente, legati e slegati allo stesso tempo, perchè il libro che è nato subito dopo il film ha un corpo a sè ed una sua indipendenza narrativa.
Cosa ha pensato Vasco del tuo progetto?
La prima cosa che mi ha detto è stata : “non pensavo che fossi così pazzo !” insomma gli è piaciuto fin da subito ancor prima di vederlo mentre gli raccontavo animosamente l’idea che mi era venuta, si è fidato e mi ha lasciato fare. La presentazione alla 72 Mostra Internazionale del Cinema di Venezia ha fatto il resto, Vasco ha accompagnato il film e l’ha presentato nella Sala Darsena del Lido di fronte ad oltre 1600 persone dopo un red carpet memorabile, quando ripenso a quei momenti mi tremano ancora le gambe.
Dieci capitoli in cui l’anima del rocker viene catturata nella pagine, un’icona, un simbolo, scrivere un libro su di lui penso sia stata una grossa responsabilità, cosa dicono i fan’?
Il libro custodisce molti pensieri e concetti di Vasco che ho trovato nel materiale girato del film, una piccola miniera di parole che ho voluto trascrivere e che costituiscono la struttura del libro, il mio racconto si muove in questa struttura liberando l’emotività del narratore attraverso aneddoti e ricordi di 12 mesi trascorsi con lui a tappe alterne, un viaggio irripetibile pagina dopo pagina. Il libro edito da Rai Eri è arrichito con i disegni originali dello storyboard del video “Quante volte” e con dieci foto esclusive, per i fan una occasione ghiotta. E’ stato presentato al Salone del libro di Torino in una sala piena di gente, l’emozione è stata tanta e le reazioni dei fan sinceramente positive.
Secondo te, ci potrà mai essere un erede di Vasco?
Fortunatamente no, è un esemplare unico.
Pensi di fare un altro libro su di lui e quale canzone più ti ha segnato?
Se penso alle canzoni di Vasco ragiono per album, prendo il pacco completo perchè ogni canzone tocca delle corde e dei ricordi diversi della mia vita, potrei dire tutte o quasi. Forse quelle che mi sono più impresse arrivano dall’adolescenza, le canzoni legate a quel periodo rappresentano la colonna sonore perfetta di alcuni ricordi, quando le ascolto risento quei profumi, rivedo quei colori e a volte rivivo le atmosfere. Considero il libro su e con Vasco Rossi un lavoro irripetibile perchè frutto di un percorso straordinario.
Vasco è uno dei pochi artisti che in un album affronta le tematiche della solitudine, della sofferenza, del dramma interiore, fino a passare come niente fosse a canzoni totalmente allegre e spensierate, un esempio potrebbe essere in ”Stupido hotel. ‘Siamo soli’ è una canzone epica, con un testo e sonorità uniche, ed è molto sofferta, mentre la track subito dopo è allegra e vitale. Infatti ‘Ti prendo e ti porto via’ è proprio un inno alla vita. Da cosa è dovuta questa poliedricità, e forse i fan apprezzano di lui anche questo istrionismo?
Vasco è un purosangue, uno di quelli che quando ce l’hai davanti capisci di avere di fronte un peso massimo, riesce a comunicare anche in silenzio, solo con la mimica. E’ un’artista completo con una lunga carriera alle spalle, ha saputo raccontare l’universo femmile come nessun altro e riesce a rappresentare se stesso con ironia e durezza. Con le canzoni comunica a diverse generazioni, mi ha colpito molto nei concerti vedere famiglie intere ascoltarlo in prima fila, genitori, figli e talvolta nipoti, questa capacità comunicativa rende la sua musica universale e sempre attuale, senza tempo. Assistere ad un concerto di Vasco è come ritrovarsi in una bolla temporale, lo spazio aumenta tutt’intorno e il tempo si annulla.
Vasco si è sempre dimostrato coerente, fedele al suo stile e alla sua grinta. In un futuro è possibile che prenda in considerazione un’interpretazione più da crooner, un po’ come sta facendo Leonard Cohen nei suoi ultimi lavori?
Il prossimo anno Vasco festeggerà i 40 anni di carriera con un concerto a Modena che si preannucia epico. Quello che sarà dopo non lo so, ma una cosa l’ho capita, si diverte molto e vuole continuare a farlo.
Quali sono i tuoi prossimi progetti e parlaci del tuo prossimo libro?
Ho appena firmato il nuovo video degli STADIO sul brano “Tutti contro tutti” dove canta anche Vasco. Con Gaetano Curreri è nata una bella amicizia ed un interessante percorso. Sono in fase di scrittura per tre progetti a cui tengo molto, totalmente diversi l’uno dall’altro, la scrittura è la parte più bella del lavoro, sei solo con i tuoi pensieri e con la tua creatività e puoi permetterti di tutto, dei tre spero di riuscire a chiuderne almeno uno.
Francesco Basso