ajad akaam il miracolo sei tu

Continua a crescere l’interesse del “popolo” di Facebook intorno all’ ex scrittore di noir Daniele G. Genova, che ora in molti conoscono col nuovo nome di Ajad Akaam. Di giorno in giorno il suo calendario d’incontri col pubblico s’infittisce, tanto che ormai le date già fissate del suo “tour” italiano arrivano alla fine di aprile per un totale di tredici incontri in diverse città d’Italia tra cui: Genova, Savona, Firenze ( dove Ajad Akaam è già stato di recente), Napoli, Pozzuoli, Salerno, Benevento, Montesilvano, Pescara, Fano, Piacenza e Pinerolo. Altri incontri sono in fase di organizzazione nel Triveneto, a Trieste e Treviso.

Il nostro giornale ha incontrato Ajad per una breve intervista.

Ajad Akaam, che significa questo nome e in che lingua è?

La lingua è il sanscrito e Ajad significa libero, Akaam senza desideri.

Suggestivo, vuoi dire che hai rinunciato al mondo scegliendo questo nome?

Affatto, come vedi sono nel mondo. Il cambio del nome segna semplicemente una cesura con un passato che non c’è più. Più che per il suo significato l’ho scelto per il suono, se provi a ripeterlo è come una musica. Ajad Akaam… Ajad Akaam… Sembra quasi un fruscio.

Ecco che ritorna il poeta… la poesia è stata il tuo esordio, poi sei diventato uno scrittore di noir e adesso? Come ti si può definire?

Perché senti questa necessità di definirmi? Nel momento in cui definisci qualcosa o qualcuno è come se stabilissi un confine, una limitazione, non mi definire ti prego; lasciamo le cose così come stanno. C’è una bellezza nel non definire, il non definire apre uno spiraglio interiore che conduce alla contemplazione, un modo per avvicinarci a un’intuizione sulla natura divina di ogni cosa.

Ajad, puoi dirci brevemente cosa ti ha condotto a questa tua trasformazione? Facevi l’investigatore privato e scrivevi noir, ora parli di contemplazione… Indagini e polizieschi sembrano avere poco in comune con la spiritualità, non credi?

L’hai detto: si tratta solo di apparenza. In realtà la mia visuale interiore si è aperta proprio incontrando il nemico nascosto che abbiamo dentro di noi. Ero caduto in depressione e come molti sanno a un certo punto avevo pensato a una soluzione estrema. E proprio in quella circostanza è cambiato qualcosa dentro di me.

Cosa?

Semplicemente mi sono accorto che ogni forma di identificazione con la personalità è come una benda sugli occhi che c’impedisce di assaporare la meraviglia dell’Esistenza. Quando guardi le cose attraverso una personalità è come se le guardassi attraverso un paio di lenti colorate, non vedi i colori reali, li vedi come distorti dalla machera che indossi.

Interessante, questo significa che i “colori reali” sfuggono alla maggior parte degli sguardi?

Esattamente. A volte è necessario passare attraverso una grande sofferenza per comprendere una cosa così semplice. La buona notizia è che tutta quella sofferenza interiore non è obbligatoria come molti credono. Un cambio di “visuale” può avvenire anche solo dopo un abbraccio o un sorriso. E’ come un click, qualcosa che scatta dentro e poi non sei più lo stesso. In realtà in questo mondo c’è solo una grande fame d’amore. L’Esistenza ama qualsiasi creatura, ma noi lo abbiamo come dimenticato e, pur nuotando in un oceano d’acqua potabile, pensiamo di morire di sete.

E’ per questo hai donato i proventi dei diritti d’autore del libro “Il miracolo sei tu”, uscito in questi giorni?

In un certo senso sì. Li ho donati all’ospedale Gaslini di Genova. Più precisamente li ho donati al reparto di ortopedia complessa perché anni fa subii un grave incidente e quindi conosco le sofferenze fisiche e psicologiche derivanti da questo tipo di traumi. Inoltre nel periodo peggiore della mia vita, quando improvvisamente mi sono ritrovato in mezzo a una strada, c’è stato chi mi ha teso una mano e quindi mi è sembrato il minimo donare quello stesso amore che ho ricevuto.

Ajad, prima di lasciarci, puoi dirci qual è il messaggio contenuto nel tuo libro?

Certamente, il messaggio fondamentale è che dalla sofferenza interiore si può uscire, che si può non morire per disperazione, che anche quando tutto sembra essere perduto può accadere qualcosa che ci fa rendere conto di quanto sia preziosa questa vita.

Francesco Basso

Taggato come: ajad akaam • cordero editore • daniele genova • il miracolo sei tu
 

Comments are closed.