di Roberto Basso

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Sanremo è triste. I sanremesi veri e tutte le persone che conoscono, rispettano ed amano sul serio questa città particolare che potrebbe essere, ma non lo è, il fiore all’occhiello d’Italia, sono tristi. Tristi perchè uno dei suoi rappresentanti migliori, appartenente di diritto alla galassia sportiva internazionale, non c’è più. Il sanremese Amilcare Ballestrieri, tre volte campione italiano della montagna con la MotoBi, due volte vincitore del Circuito motociclistico di Ospedaletti negli anni 60, poi a lungo mattatore nei Rally cominciando proprio con quello di Sanremo, pluripremiato con la Fulvia HF, l’Alfa, l’Opel, con la mitica Stratos, non c’è più. In silenzio, com’era sua abitudine, se n’è andato l’altra notte. Aveva 88 anni. Alla sua famiglia le più sentite, sincere e dovute condoglianze.

Come tanti appassionati di moto ho avuto la fortuna ed il privilegio di conoscerlo parecchi anni fa, quando ragazzino ero studente ginnasiale. A presentarmi Amilcare fu un altro bel nome del motociclismo della Riviera, l’armese Guido Mandracci. Avevo un motorino particolare, strano, molto basso, ruote piccole, se si era forzuti si poteva portare sottobraccio come i monopattini elettrici di oggi. Si diceva che fossero usati dai paracadutisti nell’ultima guerra, prestatomi da mio zio Orlando, appassionatissimo anche lui di motori. Amilcare lo provò, si divertì parecchio. Diventammo amici.

L’ultima volta che ho incontrato Ballestrieri è stato a maggio. A Bordighera insieme a tanti appassionati di motori, italiani e stranieri venuti a festeggiare gli 80 anni di Daniele Audetto, altro nome storico dei Rally di Sanremo, poi ai vertici della Ferrari, Lamborghini ed altri marchi pesanti. Era stato proprio Amilcare a tenere a battesimo Audetto, ad aprirgli la strada magica dei Rally volendolo, come navigatore, al suo fianco nel 1968 nel Rally dell’Elba a bordo di una strepitosa Renault Gordini. A stringere quel giorno a Bordighera la mano a Ballestrieri, a ricordare momenti belli, lavoro, emozioni, sacrifici, personaggi importanti non solo dello sport. Tanti amici come Luca Montezemolo, che corse anche lui il Rally di Sanremo proprio con Audetto, Renato Della Valle, campione di Offshore, industriale, amico stretto di Berlusconi, Maiga, altri campioni, giornalisti, fotografi, politici, manager, imprenditori italiani e stranieri di prima fila.

Amilcare era felice di quell’affollata rimpatriata di fronte al mare di Bordighera. Sorridente come al termine di una gara dopo aver tagliato il traguardo. Sul suo viso e nello sguardo sospesi ogni negatività ed il peso degli anni. Nel salutarci, prima di lasciarlo all’attenzione di Gianni De Matteis, il sanremese che nel 2007 in sella ad una “Aprilia Tuono” ufficiale conquistò l’America vincendo la “200 Miglia Endurance di Daytona”, Amilcare sottovoce mi chiese “Roberto, ma L’Eco della Riviera non lo fai più uscire? Non scrivi più?”. Risposi che il Covid, purtroppo, aveva cambiato molte cose, costretto a pubblicare molto meno, stop al cartaceo, tutto on line. Da due anni collaboro, con editoriali, interviste alla mia maniera come quando ero redattore ed inviato a La Stampa e prima al Secolo XIX, con Riviera Time, con Bertelli padre e figlio ed una loro promettente redazione. Questione di settimane, al massimo entro ottobre l’intenzione, se si riesce a far quadrare i bilanci, è tornare con L’Eco anche cartaceo. Come sempre rigorosamente senza padroni, politici o imprenditori “Cicero pro domo sua”. Con formato diverso, ma con lo stesso spirito libero dei tempi d’oro di Rissone, Billò, Angelini, Maccario, quando L’Eco, fondato nel 1915, era puntuale nelle edicole due volte la settimana ed il 50% dei sanremesi lo aspettava, lo leggeva, lo apprezzava.

Domani alle 15,30 nella Concattedrale di San Siro i funerali e l’ultimo saluto a Ballestrieri. L’ultimo scrosciante applauso di tutta Sanremo ad un grande matuziano, entrato di diritto e a porte spalancate nella storia dei Rally e dello Sport.

Ciao Amilcare, ecco alcuni scatti che ho fatto a te, a tuoi amici a maggio, l’ultima volta che ci siamo incontrati.

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