Nella biografia di Maurizio Sgroi si legge: “giornalista socioeconomico ed esperto di comunicazione. Ha lavorato per un numero imprecisato di giornali, sviluppato progetti editoriali, scritto libri. Fra le altre cose, segue previdenza, mercato immobiliare e finanza pubblica, economia internazionale”. Un vero guru per chi segue, sui giornali come su internet, le vicende economiche nazionali ed internazionali. Non solo: è il fautore di una avventura editoriale nuovissima, Crusoe, che si propone come newsletter di informazione senza pubblicità e senza orientamenti precostituiti, una libera voce nel campo dell’economia. Nel numero zero si trova un sunto dei principali avvenimenti della settimana, un approfondimento tematico seguito da brevi post con le “Notizie invisibili”, quelle che tendono ad essere messe da parte, una lettura consigliata ed una chat, cioè l’evoluzione social delle vecchie interviste. Un esempio coraggioso di giornalismo partecipativo. 

A TU PER TU CON MAURIZIO SGROI, IN ESCLUSIVA PER L’ECO DELLA RIVIERA

 

G.C.Se dovesse compilare un’ipotetica carta d’identità della sua ultima avventura editoriale sarebbe?
M.S. “Nome: Crusoe, nasce dal matrimonio fra SlowNews e TheWalkingDebt
Indirizzo: residente a Milano, ma domiciliato a Roma;
Segni particolari: settimanale economico senza pubblicità, vive solo grazie agli abbonamenti dei lettori. Esce il venerdì, dopo pranzo.
Numero zero: disponibile qui: http://www.slow-news.com/2016/10/crusoe-numero-0/
Il progetto di crowdfunding, ancora attivo per altri dieci giorni  darà vita a Crusoe: cronache e analisi per chi conosce l’economia e per chi la evita”.

https://www.produzionidalbasso.com/projects/12205/support

G.C. L’editoria e’ un settore sempre più fragile, come si esce dalla crisi, principalmente innovando?

M.S. “La mia opinione è che se ne esce principalmente investendo sulla qualità del prodotto. Il giornalismo, quello buono, quello che cerca, studia e analizza, è stato ucciso dalla mania di riempire velocemente e a basso costo gli spazi sulle pagine rimasti senza pubblicità. In generale è entrato in crisi un modello e chi dovrebbe innovare non lo fa abbastanza. Quindi bisogna tornare a fare buona informazione e farla con un modello di business sostenibile che scambia qualità del prodotto col sostegno dei lettori. Innovare significa anche essere capaci di creare comunità. Ci sono molte esperienza all’estero di questo tipo. La mia esperienza mi suggerisce che i lettori disposti a pagare ci sono, mentre i giornali che meritano il prezzo sono pochi”.

 

G.C.  Come sono stati scelti i collaboratori? E che consiglio darebbe ai giovani?
M.S. “I collaboratori sono frutto di conversazioni con persone interessate alle tematiche economiche e sociali sui social. Crusoe crede non soltanto nel crowdfunding, ma anche nel crowdsourcing. Internet consente di creare un nuovo modello di giornalismo e credo avesse ragione chi diceva anni fa che stavamo entrando nell’età dell’oro dell’informazione. Ricordo bene quanto fosse difficile trovare fonti e documenti quando ho iniziato. Oggi basta un click. Ma poi occorre la voglia di leggere quello che si scarica. Ai giovani suggerisco di imparare a leggere in quante più lingue possibile e soprattutto di coltivare la curiosità. Non aspettate che vi offrano un lavoro da giornalista. Diventate giornalisti con il vostro lavoro”.

 

G.C. Se le dicono Liguria cosa le viene in mente come prima associazione mentale?

M.S. “Facile: bellissima gente, il mare meraviglioso e la città dei fiori”.
Intervista con Maurizio Sgroi socio-economic journalist Twitter: @maitre_a_panZer Blogs www.thewalkingdebt.org www.econopoly.ilsole24ore.com/  www.formiche.net/author/maurizio-sgroi/

a cura di Giulia Cassini

 

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