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Ritorna ad Imperia allo Spazio Vuoto di Oneglia in via Bonfante l’attrice Elisabetta Pozzi con “Cassandra” sabato 19 marzo alle 21,15 e in replica domenica 20 alle 17 e 30. Formatasi presso la scuola del Teatro di Genova, ha iniziato a recitare adolescente interpretando piccoli ruoli in diversi spettacoli, fino al debutto, a fianco di Giorgio Albertazzi che la sceglie come protagonista, ne Il fu Mattia Pascal, pièce tratta dall’omonimo romanzo di Luigi Pirandello. Inizia rapidamente ad affrontare un universo di personaggi femminili particolarmente complessi, portandoli in scena grazie a regie tese a valorizzarli incentrando spesso l’intero dramma o l’azione scenica su di loro. Per le sue interpretazioni è stata insignita di quattro Premi Ubu, due premi della critica ed il Premio E. Duse. Per il cinema interpreta varie pellicole tra cui Maledetto il giorno che t’ho incontrato di Carlo Verdone grazie al quale riceve un David di Donatello nel 1992 come miglior attrice non protagonista. (da Wikipedia). Prendendo avvio dalla Cassandra di Christa Wolf, Elisabetta Pozzi approda al ‘Monologo per Cassandra’ di Wislawa Szymborska, passando attraverso la magnifica poesia di Ghiannis Ritsos e navigando poi tra i testi degli autori classici da Omero ad Eschilo a Euripide, Seneca. La drammaturgia dello spettacolo si avvale del contributo di Massimo Fini con cui l’attrice ha costruito il finale, una sorta di tragico epilogo in cui Cassandra vede il futuro dell’ uomo moderno con la sua incapacità di porsi dei limiti e che è ormai ‘diventato un minuscolo ragno al centro d’una immensa tela che si tesse ormai da sola e di cui è l’unico prigioniero.’ Daniele D’Angelo ha creato per lo spettacolo un accompagnamento musicale originale, una tessitura di suoni e musica che sostengono l’intero testo, diventandone il filo rosso. E su cui si innestano i movimenti coreografici di Alessio Romano. Cassandra è uno spettacolo che racconta la storia dell’inascoltata veggente stuprata nel tempio di Atena e poi assassinata, con le parole della tragedia attica del V secolo a.c., contaminate da testi di autori contemporanei e filtrati dallo sguardo profondo e contemporaneo dell’attrice. Ispirandosi alle riletture del mito antiche e moderne (da Euripide a Christa Wolf), lo spettacolo porta in scena la figura mitica di Cassandra, mettendone in luce la strabiliante modernità. La profetessa troiana a cui Apollo ha dato il dono di prevedere il futuro, e insieme la condanna a non essere creduta, è infatti una delle figure femminili del mito greco di più profonda tragicità – per l’impotenza, l’impossibilità di condivisione, la forzata solitudine nel sostenere il peso della conoscenza – in cui convivono, come in ogni donna, forza e fragilità. Lo spettacolo procede attraverso memorie letterarie che riguardano Cassandra, un collage di testi ricordati, assemblati da un personaggio che si prende il carico di essere Cassandra e di portarla avanti nel tempo fino ai giorni nostri.
Pamela Pepiciello.

 

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