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Quando la realtà supera la fantasia, un film di Paolella del 1959 aveva già previsto tutto.

Sembra impossibile, ma è vero. Mezzo secolo fa, per la precisione 55 anni or sono, nel 1959 uno dei più prolifici registi del cinema italiano gira un film dove anticipa quanto è accaduto il 17 gennaio di quest’anno: il deragliamento di un treno, causa frana, vicino Sanremo. Per chi ama il Festival oggi come allora l’impossibilità così di raggiungere la città dei fiori e seguire dal vivo la gara canora nazionale. Sull’Intercity Milano-Ventimiglia di venerdì 17 gennaio 2014 c’erano 200 passeggeri, per fortuna solo 5 hanno riportato ferite leggere. Sul treno fantasioso del film del 1959 “Destinazione Sanremo”c’erano invece legioni di appassionati del Festival provenienti da tutta Italia. Tutti affrontavano un lungo e faticoso viaggio, stipati nei vagoni, per vedere da vicino la 9a edizione del Sanremo ed i loro beniamini. (In un’altra vita si facevano proprie queste cose…)
Oggi l’unica rete ferroviaria internazionale che unisce l’Italia alla Francia attraverso la linea Genova-Ventimiglia-MonteCarlo-Nizza è bloccata. Secondo le Ferrovie per liberare i binari dalla frana occorreranno almeno 7 settimane. Quindi? Tenuto conto che il 64° Festiva inizierà tra pochi giorni, il 18 febbraio e si concluderà il 22, nessun treno di fans della manifestazione quest’anno arriverà a destinazione in tempo. Cosa accadrà allora? Nel 1959 nel film “Destinazione Sanremo” il regista Domenico Paolella, nato a Foggia nel 1915 e deceduto a Roma nel 2002, dopo far apparire sui volti dei passeggeri la delusione per il sogno svanito di poter finalmente assistere ad un Festival dal vivo a causa della ferrovia interrotta da una valanga, con humor e fantasia risolve in modo divertente il problema. Tutti, appassionati di Fausto Cigliano, Claudio Villa, Jula De Palma  e company,  dopo aver giurato di non prendere più un treno, lanciato tuoni e saette contro la mala sorte, alla fine si organizzano e, obtorto collo, seguono il Sanremo in televisione.
Alla fine del Festival, nonostante tanti impresti e gravi disagi, applaudono felici i loro beniamini.
Altri tempi, altri Festival.

 

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