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Quali sono i più bei fiori della Riviera? La parola a Nero Wolfe

Nel 1970 e dintorni, imperava la serie televisiva dedicata a Nero Wolfe. Personaggio letterario nato dalla penna dello scrittore Rex Stout, interpretato da un grande Tino Buazzelli.
Di quel sceneggiato colpiva l’opulenza, una grande villa con adiacente la serra dove Wolfe curava le sue orchidee e dove risolveva i casi su cui indagava colpito da una improvvisa idea.
Lo stesso Buazzelli con la sua figura esprimeva opulenza, incuteva timore, completata da uno sguardo autoritario e indagatore. Ecco se si cercava qualcosa di più della ricchezza materiale e cioè il tutto, di più non si poteva pretendere. Quello che si collega a quanto vogliamo raccontare è la serra con le preziose orchidee.
Ora, se dal paese di Coldirodi, sopra Sanremo, si percorre la strada che si collega a San Romolo, per qualche chilometro, si troverà una spaziosa curva da dove si può osservare verso il basso una distesa di serre a protezione di una immaginaria coltivazione di orchidee.

Viene normale il paragone con Nero Wolfe. Fa pensare a immaginarie ricchezze protette da quella stesa luccicante di vetri. Una panoramica dall’alto che partisse da Imperia fino a Latte di Ventimiglia in un unico luccichio ne completerebbe la dimensione.
Tutti quei terrazzamenti costruiti dai liguri nei secoli, fino a coprire intere montagne, per poter vivere su quei rivi scoscesi, danno una dimensione di un lavoro che non ha paragone neanche con le più famose piramidi.
La floricoltura nacque dopo l’era dei limoni e dei ciclamini tanto cari ai regnanti russi che a Sanremo venivano a svernare. Si tolsero le piante di ulivo.
Dopo il 1945, la necessità di lavorare e forti di una volontà di ripresa fa si che la floricoltura riprendesse migliorandone la struttura.
La coltivazione del garofano nasce a pieno campo, in seguito viene protetta da steccati coperti di pagliaccioni . La gelata dell’inverno 56/57 induce a fare serre in legno coperte da telai con vetri tipo finestre.
L’economia era marginale e appena sostenibile inducendo nel periodo di non produzione a far segnare la spesa dal bottegaio fino alla ripresa di mercato.
Dopo gli anni sessanta l’impulso commerciale inizia un percorso favorevole.

La cultura del garofano occupò il 75 per cento dell’intera produzione imperiese, il rimanente rose e mazzeria. Il mercato di Sanremo è stato il più completo al mondo come numero di varietà di fiori.
Le spedizioni avvenivano tramite ferrovia o tramite corrieri.
Franco Vaccari rivoluziona il settore facendo i trasporti con mezzi propri e consegnando la merce a domicilio. La Germania è il nostro maggiore mercato seguito da Austria e Svizzera.
Giovanni Ghersi è la massima autorità di mercato in Svezia. Tra Imperia e Ventimiglia vengono piantati circa cento milioni di piantine di garofani. Vi lavorano circa ventimila famiglie. I ricercatori Aicardi e Mansuino a cui la floricoltura mondiale si deve inchinare, vengono seguiti dai vari Nobbio, Flavio Sappia, Silvano Moraglia, Moro. Nel 1990 arriva la crisi, Nero Wolfe ci guarda, qualcosa non è chiaro, le serre sono sempre al loro posto ma lui faccendo un giro per le campagne con il suo fedele aiutante si accorge che le serre sono piene di erbacce.
Sarà compito arduo anche per Nero Wolfe scoprire di chi è la colpa.
Circola la voce che le serre rovinano il paesaggio.
Altre strutture come l’autostrada hanno cambiato la fisionomia delle vallate ma il flusso di denaro cancella qualsiasi visione critica. Non si ostacola il progresso. Nero Wolfe è pensieroso ma l’arringa che preparerà per il suo intervento in tribunale sarà a favore della floricoltura e dei floricoltori perchè un po’ li considera suoi colleghi.

Bruno Bianchi

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