Fondali Oceanici, grande finissage con performance live su jeans
La grande mostra “Fondali Oceanici” del Maestro Vanni Cuoghi, inaugurata lo scorso 7 agosto alla Casa Alpina di Ollomont, viene prorogata sino al 12 settembre, giornata in cui si terrà un finissage con performance su jeans.
Il tessuto della libertà, dei mari e delle tute da lavoro, ancora una volta riprende quel nesso tra oceani e vette, tra passato e presente, tra tempo libero e factory che ben si percepisce nella selezione dei lavori esposti. Su questo supporto (anche indossato dagli ospiti) il Maestro Vanni Cuoghi abbozzerà i “suoi” pesci giganti, quelle creature marine che hanno ispirato nella storia da Mary Anning al capitano Bouyer dell’Alecton a Jules Verne, per limitarci ad un assaggio della letteratura e a una donna pioniera nello studio dei fossili oceanici.
Ottimo il riscontro di critica e di pubblico per questo evento di oltre un mese concepito al di fuori da tutti i circuiti strutturati dell’Arte, in un luogo ricco di storia e di biodiversità come Ollomont. Una mostra nata dal sentire e sognare comune di molte persone che si sono impegnate per il puro piacere di mostrare la bellezza e la semplice complessità dell’Arte contemporanea, avulso dalle logiche commerciali o economiche che paiono dominare nella società.
La mostra, che fa parte degli eventi off del Festival Combin en Musique, ripercorre la genesi delle vette della Valle di Ollomont come ricorda la geologa Elisabetta Drigo, che ha redatto uno studio approfondito sulla tematica: oggi sfiorano il cielo con lo sguardo che si perde a vista d’occhio, ma nel passato erano veri e propri fondali. Da qui il titolo dell’esposizione, “Fondali oceanici”, a solleticare la curiosità su un territorio originatosi dalle rocce del Margine Continentale Europeo e Africano e nella Crosta dell’Oceano Mesozoico Ligure-Piemontese.
Le opere d’arte parlano con immediatezza al fruitore, ma si prestano fin da subito ad una seconda lettura ben più approfondita, in un gioco di rimandi spettacolari e spesso inaspettati che affondano le radici nel passato. Dove oggi ci sono gli stambecchi, una volta c’erano i flutti popolosi, forse anche quel calamaro gigante che ricorre nella storia, dalle leggende agli scritti di naviganti e scrittori. Lo stesso ritorno al disegno, pratica ormai bistrattata di rappresentazione e documentazione, rende ancora più preziose queste oniriche proiezioni del territorio su un supporto fragile e poetico come la carta, in un contesto ideale per veicolare questo sogno ad occhi aperti e in movimento, su e giù per la storia.
Si viene così traghettati in un attimo da un abisso a un crinale, sino ad attivare naturalmente e senza forzature una vera e propria rete di persone, capace di diventare comunità attorno al polo culturale della Casa Alpina, che sicuramente riserverà future sorprese.
«Queste sette opere racchiudono tutte le mie “passeggiate” fatte a china e in punta di pennello» conclude Vanni Cuoghi. «Ogni segno è stato tracciato con consapevolezza per arrivare fino in cima, ma l’anelito è rivolto al cielo abitato dalle creature delle profondità marine. In fondo vetta e abisso coincidono, sono la stessa cosa, dipende da dove si trova il nostro punto di vista».
Foto courtesy Andrea Picchiantano, Videociak