Genova – Penultimo appuntamento de «Le grandi sonate del Novecento» sabato 24 marzo alla Gog di Genova a Palazzo Ducale con il trionfo del duo Biondi & Brunialti che ha riempito la Sala del Maggior Consiglio di intenditori. Tante le domande e la curiosità anche nella precedente conferenza del professor Danilo Faravelli sull’evoluzione del concetto di sonata. L’idea era proprio questa: far capire il significato del termine dai grandi classici come Beethoven, Mozart e i romantici fino al Novecento. Passando per le origini, certo…Non tutti sanno infatti che in origine la sonata era contrapposta alla cantata. Poteva essere da camera, da chiesa, poi con Domenico  Scarlatti diventava la classica composizione per uno strumento solista o per piccoli strumenti.

A Palazzo Ducale il concerto è improntato alla fine del viaggio, a sonorità contemporanee e modulazioni differenti. Nella prima parte si è esibito un giovane di talento che farà molto parlare di sé in futuro Konstantin Emelianov con Sergej Prokofiev (Sonata in Si bemolle maggiore N.7 Op.83) e Samuel Barber (Sonata per pianoforte Op.26). Poi Béla Bartók con una pietra miliare della storia della musica: la Sonata per due pianoforti e percussioni SZ 110. Tutti rapiti in sala dalle musiciste del Duo Biondi & Brunialti, col pianoforte che tiene testa alle percussioni di Dario Doriani e Daniele Lunardini.
Una composizione che è un magma, un continuo crescendo di vitalità passando dagli estremi del pianissimo al fortissimo con grande cura fondendo anche i ritmi popolari con le tipiche inflessioni modali estranee alla tonalità. Un’opera del 1937 realizzata dallo stesso Béla Bartók la prima volta con la moglie Ditta e i percussionisti Saul Goodman ed Henry Deneke a Basilea raccogliendo subito enorme favore dalla critica.

Affascina sempre con la stessa novità, con i timpani, la gran cassa, passando ancora dai cimbali allo xilofono, dal dal tam-tam e snare drum fino al triangolo cui i pianoforti tengono incredibilmente testa con martellanti sequenze accordali, soprattutto nel primo movimento. Nel secondo  il tema principale da funereo è qui più dolcemente elegiaco, mentre il glissato del secondo pianoforte è ostinato via via fino all’ultimo tempo, la rivisitazione del rondò che si destruttura completamente nelle ultime battute.
Ancora una volta la magia, che è anche quella della vibrazione positiva. Il Duo Biondi & Brunialti è famoso per il suo impegno nel suscitare il pensiero collettivo, facendo convergere le cosiddette 3 a: amore, allegria e armonia. Non basta la pura contemplazione dell’arte, ci vuole anche una parte attiva per credere nella bellezza e farla diventare tangibile. G.C.

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