GaribaldiParlamento1861

Rispolverare Garibaldi? Non più: ormai si è detto tutto.  Si sa tutto. E’ fuori moda, fuori posto. Ma sarebbe, comunque, interessante, così, per frivola curiosità, leggere o rileggere alcuni passi dei suoi numerosissimi interventi da lui fatti in Parlamento. Garibaldi politico? Mai. Troppo battagliero, troppo uomo d’ azione, ma nonostante ciò Deputato nove volte in Italia, una in Francia.
Insofferente ai tempi della vita parlamentare, alla mediazione politica, i suoi interventi rivisitati oggi sono davvero attuali e “gustosi”. Alcuni soprattutto.
“…Se il governo spinto dalla fortuna e trattenuto dalla viltà continua nell’ oblio dei propri doveri – serrando le file,  lo forzeremo nelle strette di questo dilemma: o compierli, o cadere. Chi pure lo invoca nel suo più bello ideale – deve intanto cercarlo sul terreno della realtà nello svolgimento delle più utili riforme….”
“…Dunque istruzione obbligatoria e gratuita. La riabilitazione intellettuale deve essere completata, anche dal materiale sollievo al proletariato, che dal lavoro che crea ad altri la ricchezza esso non ritrae sempre un sicuro guadagno contro la fame…”
“…Dobbiamo combattere l’ assurdo sistema delle imposte, specialmente quelle spietate e immorali.
Si sostituisca l’ imposta unica, con il logico principio dell’ applicazione progressiva.. La riduzione dell’imposte dipende molto da quella delle spese esageratissime…”
…”Noi dobbiamo pretendere la completa applicazione delle libertà innate e riconosciute. Il diritto di riunione e la libertà della stampa cessino di essere una menzogna…”
“…Onorevoli colleghi, quando una fortezza assediata e una nave in ritardo si trovano mancanti di viveri, i comandanti ordinano si passi dall’ intera alla mezza razione e meno. In Italia si fa l’ opposto: più ci avviciniamo alla bolletta, e più si cerca di scialacquare le già miserrime sostanze del paese. Io sottopongo quindi alla sagace vostra considerazione ed approvazione la seguente proposta di legge: finché l’ Italia non sia rilevata dalla depressione finanziaria, in cui indebitamente è stata posta, nessuna pensione, assegno o stipendio, pagati dallo Stato, potranno oltrepassare le 5000 lire annue…”  (138 anni fa!)
…”Miriamo al meglio senza escludere il bene…”
…”Tutta un’ altra Italia io sognavo nella mia vita, non questa miserabile all’ interno e umiliata all’ estero ed in preda alla parte peggiore della nazione…”
“…Non voglio essere  tra i legislatori di un paese dove la libertà è calpestata…”
Nei progetti di Garibaldi ci sono il suffragio universale, la Guardia Nazionale, l’ aiuto agli ex garibaldini, la deviazione del Tevere per la bonifica dell’ Agropontino.  La visione di una Italia nuova.
Con il caratteristico copricapo, i capelli ancora ribelli, la camicia rossa, l’ inseparabile poncho amareggiato, deluso dai colleghi, dai governanti abbandona e va a vivere definitivamente  nella sua bianca Caprera, coerente fino all’ ultimo  ai suoi sentimenti di uguaglianza e giustizia.
Il Governo gli offrirà un vitalizio di 50.000 lire annue, più una rendita di altre 50.000 come deputato: una sorta di compenso, di pensione. Garibaldi lo rifiuterà, motivando così il suo disaccordo: “Avrei accettato il dono nazionale qualunque sia se non vi fosse di mezzo un Governo che io tengo colpevole delle miserie del Paese e con cui non voglio essere complice.”
Travolto dalla miseria, dalla malattia, dalla solitudine, suo malgrado, sarà costretto poi accettare.
Non c’è che dire: un uomo coraggioso, “moderno”, coerente che seppe ben giudicare  il carattere degli  italiani,  non solo del suo tempo.
Simbolo ancora oggi della libertà e della uguaglianza tra i popoli, amato e odiato, discusso e osannato.
Amareggiato, vivo più che mai.
Emile Barrault di lui diceva “Un uomo, che, facendosi cosmopolita, adotta l’ umanità come Patria e va ad offrire la spada ed il sangue a ogni popolo che lotta contro la tirannia, è più di un soldato: è un eroe”.

Carla Palotta

 

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