Villa Croce, in collaborazione con Cecilia Brunson Projects e Almeida e Dale Art Gallery, presenta Claudio Tozzi: nuova pittura figurativa e nascita della pop art 1967-1971, prima personale in Italia dell’artista brasiliano. La pittura di Claudio Tozzi, uno dei più importanti esponenti dell’avanguardia brasiliana negli anni Sessanta, racconta le complesse vicende politiche del Brasile tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. L’artista per poter produrre opere d’arte in grado di superare la censura e le sue conseguenze durante gli anni più duri della dittatura, che durò fino al 1985, scelse la Pop Art trasformando le sue fotografie in quadri contemporanei ispirati ai fumetti come artisti a lui contemporanei quali Roy Lichteinstein e Sigmar Polke. Mentre i nomi di punta della Pop Art britannica e americana celebravano la cultura pop del consumo, i lavori di Tozzi si pongono critici nei confronti della cultura di quegli anni, attraverso una visione politica molto personale. L’obiettivo di Claudio Tozzi era quello diffondere l’arte come forma di mobilitazione politica. Attraverso il linguaggio della pop art riuscì, infatti, a comunicare il dilagante senso di rivolta del tempo contro il regime militare brasiliano tra cui si ricorda “La marcia dei centomila”, manifestazione studentesca svoltasi a Rio de Janeiro nel 1968. Specchio del sentimento di fervore e malcontento di quegli anni è Multidão (1968); l’opera raffigura una folla in marcia durante una protesta, dove ogni figura sembra fondersi nella forza del movimento stesso. Nella semplicità di questa immagine, resa con vernice industriale su poliestere, Tozzi è riuscito a creare una metafora forte, in grado di rappresentare il potere dell’individuo all’interno della moltitudine. Questo concetto lo ritroviamo anche nel ritratto della leggenda del calcio Pelé (Pelé,1969-1970) che, rappresentato con i colori primari della bandiera brasiliana, il giallo e il blu, assume un connotato di potere capace di muovere e rinvigorire le masse. FOCUS: Il fascino della Pop Art è ulteriormente esplorato da Tozzi con l’immagine straordinaria e iconica di Che Guevara (la doppia versione di Guevara, 1967). Questa immagine, come nessun’altra, è stata riprodotta, copiata e assorbita fino a raggiungere uno status di culto vero e proprio, nonostante fosse stata prodotta subito dopo l’assassinio di Guevara rivestendo un messaggio politico ben chiaro ed evidente. I ritratti degli astronauti (Austronauta, 1969) risentono della claustrofobia e della tensione politica sprigionate durante la guerra fredda quando le super potenze erano in corsa per lo spazio. Nel primo lavoro è rappresentato un astronauta americano con la bandiera stelle e strisce sullo sfondo mentre nel secondo un cosmonauta russo, dentro il suo razzo, guarda pensieroso fuori nello spazio. Le linee audaci e la forza dei colori caldi, spesso resi con vernici industriali, sono in linea con le immagini della cultura popolare e sono accenno della carriera iniziale di Tozzi come grafico. Nel suo immaginario artistico compaiono anche oggetti di uso quotidiano, tra cui lucchetti, viti e cinghie che offrono un’ulteriore scorciatoia per rappresentare l’oppressione politica del regime brasiliano del tempo. CLAUDIO TOZZI- Claudio Tozzi nasce a Sao Paulo in Brasile nel 1944, dove vive e lavora. E’ uno dei più importanti esponenti dell’avanguardia brasiliana degli anni Sessanta e ha partecipato a diverse biennali nazionali e internazionali. Nel 1967 gli venne dedicata una sala personale alla Biennale di Venezia. C.S.

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