Il “Sanremo” non solo patria di canzonette
Sanremo, città della musica. Ormai quasi un assioma, difficile da discutere. Ma al tempo stesso certi titoli, più o meno altisonanti, possono indurre qualcuno ad un sorriso ironico. Gli amanti della “buona musica”, della canzone d’arte, del jazz e di altre forme musicali cosiddette “colte”, infatti, tendono a guardare il Festival della Canzone dal basso in alto. Certamente la ribalta canzonettistica nazionale è sempre stata sinonimo di musica leggera, nel senso di canzone commerciale, ed era inevitabile che, col passare del tempo, la deriva consumistica avrebbe perfino peggiorato le cose. Ma del resto tutto lo spettacolo, e soprattutto la televisione, non ha più l’eleganza, il buon gusto, l’intento educativo che aveva negli anni ’50 e ’60. Sanremo, intesa come città, non può essere confinata negli angusti limiti di “patria della canzonetta”. Alle sue spalle ha una storia musicale ricca, che negli ultimi anni sta riaffiorando. Una storia fatta di dinastie musicali, personalità geniali ed eccentriche, solisti, concertisti, scuole di violino, associazioni filarmoniche, e poi concerti all’aperto, pionieri del jazz, musica popolare e così via. C’è stata anche una produzione musicale autoctona, grazie ad autori che hanno fissato su carta o su disco le proprie creazioni, molte delle quali nello schietto dialetto sanremasco. Ora, di questo inusitato repertorio, si è accorto anche uno dei massimi esperti di storia della canzone, italiana ed internazionale.
C’è molta Sanremo nell’ultimo libro di Dario Salvatori
È recentissima l’uscita, per i tipi dell’editore Clichy di Firenze, del dizionario “Il Salvatori 2014” dedicato alle canzoni di tutto il mondo degli ultimi tre secoli, scritto dallo studioso Dario Salvatori, noto volto televisivo. Tra le quasi 1200 pagine del dizionario, tra le famosissime “Nel blu dipinto di blu”, “Torna a Surriento” o “Another brick in the wall” con una certa sorpresa il lettore potrà anche trovare il “Tangu du Generale”, ovviamente dedicato a Modesto Valentino De Cesare, più noto ai vecchi sanremaschi come “Mudè u Generale”. E non è la sola canzone popolare, dialettale di Sanremo a comparire nel tomo: troviamo anche “Sanremu bèla” scritta da Orlando Semiglia, e persino “U Ré da Cuixìna” del mitico “Bacì u Curnajùn”. Possibile? Ebbene sì, perché l’autore, da anni amico e collaboratore del Centro Studi Kenton (e sue emanazioni artistico-editoriali), ha voluto che il mondo musicale della cittadina ligure fosse rappresentato in questa sua opera, e segnatamente quel mondo folkloristico ed autentico che Sanremo aveva e che, insieme ad altre credenziali, può far sì che si parli di “Città della Musica”. Significativamente troviamo nel “Salvatori 2014” anche un brano come “Festopoli” di Cortopassi, inno del carnevale sanremese 1939, nonché canzoni più recenti dovute alla penna di Nicodemo Bruzzone, quali “L’amore è cieco” incisa da Stefano Piro (ex Lythium) e “I sing for me” incisa da Freddy Colt. Per ogni canzone l’autore annota le diverse incisioni, qualche verso rappresentativo, i differenti interpreti e qualche curiosità. Il libro, davvero ricchissimo di informazioni e schede su canzoni d’ogni epoca e latitudine, sarà presentato a Sanremo il prossimo 20 febbraio nell’ambito della rassegna “Libri & Canzonette”, ovviamente alla presenza dell’autore.
Libri & Canzonette
Nel corso della settimana festivaliera si terrà la seconda edizione della rassegna sull’editoria musicale ideata da Freddy Colt, operatore culturale matuziano da sempre impegnato su più fronti. Da giovedì 20 a sabato 22 febbraio si svolgerà infatti “Libri & Canzonette”, una serie di incontri con gli autori e presentazione di novità librarie dedicate al mondo della canzone. Prima della divulgazione del programma dal Centro Studi Musicali “Stan Kenton” fanno sapere che la manifestazione offrirà sorprese ed interessanti risvolti: ci sarà la presenza del critico musicale Dario Salvatori per la presentazione del suo dizionario della canzone “Il Salvatori 2014”, con l’intervento di Giovanni Choukhadarian, si parlerà di Norma Bruni, fascinosa cantante degli anni ’40, verrà presentato l’album fotografico di Zazzarazzaz, dal titolo “Immagini di canzone jazzata” con foto “live” e la prefazione di Stefano Bollani. Tra le curiosità anche un libro sul Trio Lescano, una nuova opera su Fabrizio De Andrè, presentata da Claudio Porchia con l’intervento musicale di Eugenio Ripepi, l’uscita del 25° numero del “Mellophonium” che presenta un Novissimo Zibaldino del Festival, ovvero un aggiornamento al libro Zibaldone del Festival edito nel 2010. È poi prevista una chiusura speciale con musica dal vivo: il gruppo vocale Le Voci di Corridoio di Torino presenterà in anteprima l’ultimo lavoro discografico intitolato “Speciale per Lelio” ed in questa occasione si terrà un collegamento dal Canada con la grande cantante Jula de Palma, protagonista di alcuni festival ormai storici. Gli appuntamenti saranno pomeridiani tra le 17,30 e le 19,30, coordinati dalla giornalista Tiziana Pavone e con molti interventi di specialisti ed artisti. Per realizzare il programma ha collaborato il “Museo Virtuale del Disco e dello Spettacolo”, un’associazione di appassionati di canzone italiana d’epoca molto nota in rete grazie al proprio canale “Il Discobolo”.
La novità consiste anche nel luogo: una nuova sala incontri in corso degli Inglesi, proprio di fronte all’ingresso del Teatro del Casinò, sede del neonato Circolo Creativo Sanremese, le cui attività musicali saranno sotto l’insegna di “Satchmo Club”, ovviamente dedicato ad uno dei più illustri ospiti della storia del Festival: Louis Armstrong, il re del jazz. Perché Sanremo… è anche cultura.
Una monografia anticipa i 150 anni della Banda Civica
Quasi a costituire un ponte tra la storia e il presente, a volte occorrono gli anniversari. La ricorrenza del 150° di fondazione della Banda civica di Sanremo è ora celebrato da una monografia che tratteggia la storia di una formazione costituita, per l’appunto, nel 1865 su iniziativa dell’Amministrazione comunale. Il corpo musicale nel volgere di pochi anni ha saputo raggiungere un buon livello interpretativo, se consideriamo che si è guadagnata premi in concorsi italiani ed esteri. Ma oggi chi è in grado di ricordare i volti, o almeno i nomi, di quei Maestri dai baffi impomatati e dagli sguardi austeri? La memoria, anche delle cose migliori, rischia davvero di svanire. L’intento di questa pubblicazione è quello di fissare su carte, raccogliere, e strappare all’oblio, l’operato di tanti artisti di fine Ottocento e inizio Novecento. Il Corpo Bandistico Città di Sanremo ha investito di tale delicato compito Freddy Colt, il quale ha sunteggiato le vicende, i profili dei personaggi, e raccolto documenti inediti e preziose foto d’epoca, che testimoniano un secolo e mezzo di condivisione musicale tra chi fa musica e chi l’ascolta. Il libretto, fortemente voluto dalla presidente Maria Pia Tarditi Perret, esce con il marchio “Lo Studiolo”, ed è già reperibile nelle librerie sanremesi, anche se la presentazione ufficiale è prevista per il mese di marzo. In quell’occasione, insieme ad illustrare frammenti di storia bandistica cittadina, sarà possibile ascoltare alcuni brani suonati da un ensemble di strumenti a fiato diretto dal Maestro Adriano Meggetto, che da ben 25 anni è la guida artistica della banda matuziana.