A volte le riflessioni vengono in ferie, magari da uno spettacolo. Se quest’anno è boom di montagna e le presenze in Valle D’Aosta non accennano a diminuire si possono anche scovare attività culturali che fanno riflettere su più livelli immersi in paesaggi da sogno. E’ quello che capita per “La nuova vita delle Alpi” (Maison Farinet,By, Ollomont) giovedì 6 agosto alle ore 16, una produzione originale CHAMOISic 2019 per il Festival Combin en Musique (prenotazioni al sito www.combinenmusique.com o al numero 3474909926). Una rassegna tra l’altro made in Liguria visto che gli organizzatori (e musicisti) sono proprio della nostra regione. Partiamo dalla location.

La Conca di By si trova ad una altitudine media di circa 2000 mt . Un magnifico anfiteatro di pascoli verdeggianti circondato da maestose montagne tra le quali spicca il Grand Combin (4314 mt). Famosa per gli alpeggi tra i più belli della Valle d’Aosta dove si produce una ottima fontina dop, la Conca di By ha una importante storia legata ai “passaggi” transfrontalieri di contrabbando e esuli attraverso la Fenetre Durand. Al centro della Conca si trovano i resti del Villaggio di By, anticamente abitato tutto l’anno, dove tra le mura abbandonate delle case, delle stalle e della piccola cappella si percepisce il pulsare della vita contadina di un tempo.  Sul balcone panoramico affacciato sulla Valle di Ollomont spicca la Maison Farinet. Importante casa storica legata alle vicende di Ollomont e sede ogni anno di eventi culturali.

Qui si innesterà una metaforica passeggiata musicale e letteraria attraverso le parole dello scrittore, narratore e alpinista Enrico Camanni in unione con le suggestioni musicali del corno (Martin Mayes) e delle percussioni (Gigi Biolcati).

Come spiega lo stesso Camanni rilevando un assaggio della tematica affrontata “Oggi più che mai l’allarme scende dalle Alpi. Quasi tutti i fenomeni naturali che interessano le valli e le pianure – frane, squilibri idrogeologici, alluvioni, siccità – hanno origine sulle montagne che informano le terre basse sul loro destino. Lo storico dell’Ottocento Jules Michelet sosteneva che il destino che verrà, la sorte dell’Europa, i tempi di pace e i bruschi cataclismi che rovesciano gli imperi e travolgono le dinastie si leggono sulla fronte del Monte Bianco. Aveva ragione. Sciogliendosi i ghiacciai ci scongiurano di frenare, ripensare, correggere il modello di sviluppo, perché sono a rischio le riserve d’acqua e vacillano le certezze dell’umanità. E vacilla soprattutto la bellezza”.

Enrico Camanni è uno scrittore, narratore ed alpinista nato a Torino nel 1957. Ha scalato per parecchi anni lungo tutte le Alpi, aprendo una decina di vie nuove e ripetendo circa ottocento itinerari di roccia e ghiaccio. E’ stato membro del Gruppo Alta Montagna e ha insegnato alla Scuola nazionale di Alpinismo Giusto Gervasutti e alla Scuola nazionale di Scialpinismo della Sucai di Torino, di cui ne è stato anche il direttore. Grazie alla passione per l’alpinismo è approdato al giornalismo di montagna, alternando lo studio con il lavoro di redazione. E’ stato redattore capo della Rivista della Montagna. Nel 1985 ha fondato e diretto per 13 anni il mensile Alp. Dal 1999 al 2008 ha diretto l’edizione italiana della rivista internazionale L’Alpe. Dal 1999 collabora con il quotidiano La Stampa, nelle pagine culturali e in cronaca. Dal 2008 al 2011 ha diretto il mensile Piemonte Parchi della Regione Piemonte. Ha scritto migliaia di articoli, commenti, recensioni e saggi sulla storia dell’alpinismo, l’ambiente e le tematiche alpine, collaborando con numerosi giornali quotidiani e periodici tra cui Airone, Il Sole 24 Ore, La Stampa, Panorama, L’Unità, Meridiani, Specchio, L’Indice, Il Giornale dell’Architettura e Il Manifesto. In quarant’anni di attività pubblicistica e di ricerca, ha allargato i suoi interessi dall’alpinismo alla storia delle Alpi e alle problematiche dell’ambiente alpino, in particolare dal punto di vista umano, unendo più discipline e competenze. Allo stesso tempo si è dedicato alla narrativa, pubblicando alcuni racconti e sei romanzi ambientati in diversi periodi storici. Ha affrontato il problema della museografia alpina contemporanea firmando la progettazione scientifica del Museo delle Alpi (Opera Carlo Alberto), delle Alpi dei Ragazzi (Opera Vittorio) e del Museo delle Frontiere (Opera Ferdinando) al Forte di Bard. Ha curato anche l’ultimo allestimento del Museo della Montagna di Torino (2005). Ha collaborato alla progettazione e alla realizzazione dell’esposizione permanente Montagna in movimento al Forte di Vinadio (Valle Stura, 2007). Ha diretto e curato l’edizione italiana del Grande Dizionario Enciclopedico delle Alpi (2007). E’ stato progettista e direttore culturale di Alpi 365 Expo, il rinnovato Salone della Montagna di Torino (2007). Dal 2009 è vicepresidente dell’associazione Dislivelli ed in particolare nel 2012 ha coordinato il progetto Torino e le Alpi con il sostegno della Compagnia di San Paolo, animando successivamente la rassegna cinematografica e letteraria In cordata (2015-2016). Nel 2012 ha fondato con un gruppo di torinesi e l’appoggio esterno di Carlo Petrini la rivista Turin, storia e storie della città. Nel Settembre 2012 ha inaugurato le Camminate Spirituali sui sentieri delle Alpi occidentali, nell’ambito del Festival Torino Spiritualità. L’iniziativa continua ogni autunno. Nel 2014 ha avviato con l’Associazione Dislivelli la start-up del progetto Sweet Mountains, la grande rete del turismo sostenibile sulle Alpi. Nel 2016 ha pubblicato con Laterza Alpi ribelli, in seguito si è dedicato all’appassionante ricerca sulla vita di Giusto Gervasutti, uno dei suoi miti giovanili. Ne è scaturito Il desiderio di infinito (Laterza), un libro che umanizza la figura del grande alpinista friulano.

Ha di recente pubblicato (2020), un romanzo, Una coperta di neve (Mondadori), la quarta avventura di Nanni Settembrini, un vero e proprio giallo di montagna; per Laterza ha pubblicato Il grande libro del ghiaccio, raccontando le vicende che vanno dalla scoperta romantica dei ghiacciai sino all’attuale crisi climatica.
Martin Mayes è nato in Scozia, dagli anni ‘80 risiede in Italia, a Torino. Ha studiato musica all’Università di York, Inghilterra e ha iniziato la carriera facendo concerti, performance e teatro di strada nell’ambiente sperimentale della Londra degli anni ‘70. E’ stato descritto dal sassofonista italiano Mario Schiano come “Il derviscio rotante del corno” e dal “City of London Festival” come “Un architetto dell’immaginazione musicale”. Lavorando con il corno moderno, il corno a mano, il corno delle alpi e la conchiglia crea performance in solo che intrecciano improvvisazione, composizione, testi poetici e spazi architettonici. Ha partecipato a molti festival importanti in Europa, Canada, USA e Giappone. Come cornista, ha lavorato con musicisti di diversi generi, tra cui classica (Horns Aloud Quartet), etnica (Michael Ormiston), jazz contemporanea (Cecil Taylor), rock (David Jackson di Van de Graaf Generator) e danza (Merce Cunningham Dance Company). In Italia fa parte del Phantabrass di Giancarlo Schiaffini, dell’Instabile Italian Orchestra e del progetto di Fulvio Albano sul Birth of the Cool di Miles Davis. A Torino fa parte dell’Equipaggio dei Corni da Caccia della Venaria. Dal 2004 sviluppa progetti per le scuole elementari che portano i bambini in un viaggio nell’universo della sonorità del mondo, con la musica, gli oggetti e le parole. Fa anche parte del progetto internazionale MUS-E creato dal violinista Yehudi Menuhin.

Gigi Biolcati èun batterista, percussionista poliedrico e compositore musicale. Nel suo drumming si fondono sonorità e groove ispirati sia dalla tradizione batteristica che da quella delle percussioni etniche, in cui traspare l’aspetto tribale del ritmo contaminato da sonorità tecno post industriali. Cajon, tabla, djembe, kalimba, chincaglierie, voce, body percussion, scatole sonore a fessura e a orde, cassetti di legno suonate a piedi nudi con una tecnica che ricorda passi di flamenco e tip-tap, sono gli ingredienti che creano interessanti e variopinte poliritmie. Allievo del Maestro Enrico Lucchini ha collaborato con Cristiano De Andrè e Aida Cooper e Maurizio Martinotti. Dal 2010 collabora con Riccardo Tesi e Banditaliana registrando due album in cui è anche autore e coautore di alcuni brani. Nel 2013 assieme ad Aldo Mella e Luisa Cottifogli fonda Youlook Trio. Dal 2014, nel cinquantesimo anniversario dello spettacolo Bella Ciao di Spoleto, è parte del cast del Nuovo Bella ciao diretto da Riccardo Tesi e che vanta la partecipazione di Lucilla Galeazzi, Elena Ledda, Ginevra Di Marco, Alessio Lega e Andrea Salvadori. Nel 2015, in occasione del suo cinquantesimo compleanno, realizza l’album solista Da Spunda pubblicato da Visage Music.

 

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