anselmo quadro x anselmo

Il giovane talento genovese si racconta

La rivelazione del concorso “X” mostra di illustratori contemporanei è il premio popolare Matteo Anselmo, ligure doc, genovese, genovesissimo.
Cerchiamo di conoscerlo meglio perché il mondo dell’arte è destinato a parlare di lui.

Il suo primo ricordo-contatto con il mondo dell’arte?

Ho iniziato ad impugnare matite e pennarelli all’ asilo, e da allora è stato difficile separarmene. In famiglia c’ è sempre stata una certa sensibilità nei confronti dell’ arte, mio padre da giovane è stato un musicista e da piccolo ricordo che realizzava alcune caricature di politici dell’ epoca. Scoprii che con pochi tratti era possibile dar vita a semplici fogli bianchi. Un paio di zii in toscana dipingevano,  l’ odore dei colori ad olio aveva qualcosa di magico.

Come si forma artisticamente un illustratore? Chi è il suo mentore e quale è l’insegnamento più prezioso che le ha passato?

Credo che la curiosità verso il mondo è la caratteristica base per chi aspira a svolgere una qualunque attività creativa.
Il mio percorso è abbastanza anomalo, ho iniziato a credere davvero di poter proporre i miei lavori ad un pubblico più vasto solo dopo aver conosciuto  persone che campavano davvero di arte.
Dal punto di vista tecnico ho appreso moltissimo frequentando alcuni corsi di disegno a Genova (presso il Centro Artistico) che mi hanno dato modo di sperimentare praticamente tutte le tecniche possibili. Anni fa ho condiviso uno studio con professionisti del settore (gli sceneggiatori Disney/Bonelli Sergio Badino e Davide Costa e i disegnatori Francesco D’ Ippolito, Enrico Macchiavello e Federico Franzò): l’ esperienza, seppur breve, è stata fondamentale per quanto riguarda la mia formazione. In seguito ho avuto modo di conoscere e collaborare con artisti (disegnatori e musicisti) che ammiro, i quali mi hanno insegnato, con le parole e attraverso la loro arte  che, se mossi da un’ urgenza, impugnare una matita può essere un ottimo modo per dare un senso al nostro stare al mondo.

Ha vinto il premio popolare per “X” mostra di illustratori contemporanei, come spiega la sua opera ai non addetti ai lavori?

Riuscire a ragionare su questo tema attraverso una sola immagine è stato arduo, ma grazie a lunghi viaggi in treno e al supporto della mia compagna siamo riusciti a cavarne qualcosa! La mia X è una mappa tatuata sul corpo, una rotta da seguire per arrivare dritti al cuore, la sola bussola che dovrebbe guidarci in questo presente ricco di incognite.

Cosa ha significato per lei questo riconoscimento e quali sono i suoi progetti per il futuro?

E’ il secondo anno di fila che arrivo tra i 48 autori selezionati, ovviamente sono felice di essermi portato a casa il premio popolare quest’ anno, anche grazie all’ aiuto delle persone che hanno votato la mia opera. Concorsi come questo sono un’ ottima occasione di confronto con le varie realtà del fumetto e dell’ illustrazione presenti in Europa. Ringrazio in particolare lo staff di Tapirulan per aver riversato così tanta passione e professionalità nel progetto. Attualmente lavoro per un’ associazione genovese che si occupa di persone senza fissa dimora, impiego che mi consente di rimanere con i piedi ben piantati per terra. Per quanto riguarda l’ attività artistica è fertile e abbastanza schizofrenica: a metà Marzo uscirà una mia linea di t-shirt prodotte da ZeroZeroBit, uno splendido laboratorio di serigrafia con base a Genova. Nel mese di Aprile sarò ospite del festival Anomali ad Acqui Terme, esporrò alcune tavole a tema insieme a vere superstar del mondo dell’ illustrazione (Riccardo Guasco, Alex Raso, Stefano Tirasso, Matilde Martinelli e molti altri…). L’ attività con le scuole continua, sto ideando alcuni laboratori che terrò nel mese di Maggio con le classi medie di una scuola di Pegli. Nel frattempo continuo a produrre poster e artwork per diversi locali e band.

Lei è genovese, quale parte di Genova porta in modo particolare nel cuore e a quale periodo è legata?

Lavorandoci direi che i vicoli e il centro storico in generale continuano a vibrare sotto la mia pelle e ad esercitare un grande fascino sulla mia mente. Negli ultimi anni ho imparato ad apprezzare anche la periferia dove sono nato e cresciuto (Pra’, Palmaro),certo il rumore del porto e delle auto sta avendo la meglio su quello del vento e delle onde del mare, ma indubbiamente la sensazione di casa la ritrovo qui.
Chi ama la Liguria non può che amare il mare, non può che amare l’arte.

GIULIA CASSINI

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