Niccolò Ammaniti, la nostra intervista
La maturità e l’apoclisse
All’interno della manifestazione “Sanremo Lettori”, la Città del Festival ha ospitato al Palafiori l’incontro con lo scrittore Niccolò Ammaniti. L’evento curato dalla professoressa Francesca Rotta Gentile, con il Liceo G.D Cassini, nel quale i ragazzi delle scuole e tutta la cittadinanza sono potuti intervenire, ha avuto molto successo. Lo scrittore ha presentato il suo libro “Anna”, ed è stato introdotto da Michele Vaccari.
Noi de L’ECO non potevamo mancare a questo incontro e approfittando dell’occasione abbiamo voluto intervistare Niccolò Ammaniti, chiedendogli le nostre curiosità
Il tuo ultimo lavoro, “Anna”, è un libro fantascientifico che ha per ambientazione la Sicilia. Sei un accanito lettore di romanzi Sci Fi e in particolar modo di Urania, quindi la domanda è, conoscevi di Ben Bova “I condannati di Messina”?
Certo, la fantascienza è un mio diletto. Credo però che la Sicilia sia ancora poco narrata. Il rischio è quello di fare del folclore. Anche nella Sicilia però può succedere l’Apocalisse ed è quello che succede in “Anna”. Mi sembrava il posto più bello per raccontare la mia storia che non parla solo di catastrofe, ma al contrario, di crescita, di speranza, in una regione meravigliosa che ogni tanto ci dimentichiamo.
Nella Grande Bellezza, film che ha vinto l’Oscar, il regista Sorrentino fa dire a un suo personaggio di leggerti. Questa citazione ha accresciuto la tua immagine sia all’estero che in Italia?
Poco. Non è stato molto influente.
Sei autore di punta della ‘Gioventù Cannibale’, quell’insieme di scrittori che ha contribuito nell’omonima antologia a dare una visone più moderna del racconto italiano. Tu hai dichiarato che dopo “Anna” vorresti cambiare genere, non parlare più dei giovani ma di altri temi, senza però tralasciare la tua vena dark. Vorresti quindi abbandonare quel mix che stilisticamente più ti caratterizza, ovvero pulp e adolescenza?
La prossima storia sarà una storia d’amore fra adulti in un posto dove la tecnologia c’è ma non è così sostanziale. I giovani oggi sono immersi dalla tecnologia, per parlare delle loro abitudini ci vuole uno studio molto approfondito. Si vedrà.
Quanto il cinema VHS ha influenzato la tua poetica?
Molto. Mi sono nutrito sia di libri che di film. Le pellicole sono fondamentali quanto la parola scritta. Però, un consiglio che posso dare a tutti quelli che vogliono intraprendere la mia carriera è il seguente: dovete leggere.
Francesco Basso