Susan Philipsz a Santa Margherita, courtesy stampa

Si orecchia prima ancora di vederlo il lavoro su svariate sedi di Susan Philipsz (fino a domenica 11 ottobre con curatela di Ilaria Bonacossa e Paola Nicolin) che cambia radicalmente il concetto di “centro” e, parimenti, quello di “personale”. Da Villa Croce a Palazzo Ducale, da Palazzo Bianco a Palazzo Nicolosio Lomellino, passando per l’ex convento di San Francesco a Castelletto, il teatro Altrove e Palazzo Reale, le installazioni sonore di Susan Philipsz indagano la sonorità e il suo modo di cambiare la percezione dell’ambiente attraverso sei opere realizzate tra il 1999 e il 2011. È la musica a strabordare oltre il confine del luogo fisicamente inteso, donandogli una connotazione completamnete diversa.

Non a caso Susan Philipsz all’inaugurazione della mostra si presenta come “scultrice di suoni”, in una continua correlazione tra arte e architettura, reazione e percezione. La mostra di Philipsz è soprattutto esperienziale: lo spettatore si trova ad esplorare la relazione tra arte ed architettura, concentrandosi sulle continue trasformazioni della percezione pubblica dell’opera d’arte, sulla relazione tra atto performativo e oggetto scultoreo e sulla componente emotiva del suono. A ognuno il suo viaggio, o meglio uno dei viaggi possibili, per esperire la ricerca artistica di Susan Philipsz.

C’è un mondo nel suo rapporto tra arte e musica, un “ein psychisches grundmotiv” (motivo psichico di fondo) ipnotizzante che indaga le curvature psicologiche, la costruzione armonica, le cerniere del fraseggio, l’intimo lirismo sotto l’urgenza di un nuovo contenuto: la costruzione artistica tangibile di Susan Philipsz, che tuttavia sarebbe morta senza l’afflusso vitale dell’immateriale sonoro. Vengono infatti rielaborate da Philipsz le canzoni di origine popolare e colta, reinterpretate a cappella e cantate personalmente dall’artista.
SUSAN PHILIPSZ – Vincitrice nel 2010 del prestigioso Turner Prize, Philipsz è stata invitata nel 2007 allo Skulptur Projekte Muenster, nel 2012 a Documenta 13, Kassel e nel 2015 alla Biennale di Istanbul. L’artista si è distinta nel panorama internazionale per la precisione con la quale ha concepito ogni singola opera, unica nel suo genere e preceduta da un’accurata analisi della storia del luogo, della sua memoria e delle sue tradizioni.
La sua è una narrativa universale che si salda al genius loci, costruendo uno story-telling individuale.

FOCUS

In particolare nel Cortile Maggiore di Palazzo Ducale, al ritmo chiaroscurale del loggiato, echeggia “The Internazionale” (installazione sonora ad un canale, 2′), opera del 1999 dove Philipsz intona lo storico inno del movimento socialista con la propria voce. L’installazione gioca così su una serie di opposizioni che riguardano tanto l’opera sonora (donna/uomo, individuo/gruppo, semplicità del dispositivo/ complessità del messaggio) quanto altresì il contesto (palazzo del potere/centro per il tempo libero, la città operaia e industriale/la sua conversione alle economie del turismo). L’opera mette così in discussione le logiche dell’organizzazione strutturale del palazzo tornando a considerarlo innanzitutto il luogo della negoziazione tra politica e società civile.

L’esposizione è accompagnata da una pubblicazione, edita da Humboldtbooks, interamente dedicata al progetto, che raccoglie a documentazione della mostra, disegni dei palazzi e mappe della città, accanto ai testi delle curatrici Ilaria Bonacossa e Paola Nicolin, riunisce saggi critici di Luca Cerizza e Chus Martinez, corredati da un ricco apparato iconografico e dalle schede delle opere in mostra.

Inaugurata il 10 settembre 17.30-20.00 presso Palazzo Ducale, con l’installazione The Internationale, 1999;
Contemporaneamente in altre sedi:
Ex-Convento di San Francesco a Castelletto, Stay With Me, 2005;
Palazzo Reale Lachrimae, 2010;
Palazzo Bianco, Follow Me, 2006;
Palazzo Lomellino, The Lost Reflection, 2007;
Altrove-Teatreo della Maddalena, Palazzo Fattinanti Cambiaso, The Dead, 2000;
Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, Elettra, 2015

Giulia Cassini

 

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