interno

A Controne, un piccolo paese nella frazione di Bagni di Lucca si incontra la pieve di San Cassiano, l’edificio toscano forse più ricco di simboli e misteri, come enunciato nel testo di Silvio Bernardini “Il Serpente e la Sirena”. Dalla facciata al pavimento parla attraverso una grande quantità di antichi segni che rendono questo luogo potente e dall’energia unica ed assoluta.
L’enigmatica presenza degli “Oranti”
La facciata, in pietra bianca calcarea, è ornata da una complessità di motivi ornamentali dal chiaro contenuto spirituale e devozionale.
Nel portale ghiere decorate con serpentine e animali di tipo fantastico che ricorrono anche negli stipiti, esplodono nel loro splendore. Sull’architrave una lunetta scolpita a trecce, riporta tre strane figure antropomorfe di Oranti con braccia alzate e abbassate. Bernardini propone una riflessione sulla possibilità che siano contadini, forse retaggi di un culto pagano, probabilmente il culto della Grande Madre. Dopotutto sacerdotesse e sacerdoti dall’epoca neolitica al mondo cretese o egizio usavano questa particolare posizione delle braccia alzate per indicare la connessione con le divinità celesti, come atto di “prendere il cielo” e portarlo in terra. Forse a rappresentare la frase:  “come in cielo, così in terra” citato sia nel “Padre nostro” che nella tavola smeraldina di Ermete Trismegisto, il documento più celebre tra gli scritti ermetici, che recita “Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della cosa una.” In questo caso i due Oranti indicano sia il Cielo che la Terra e i miracoli di una cosa sola. Ogni archetto riporta serpenti, pesci, una sirena alata piuttosto consunta, foglie e tralci di vite, mentre sulla facciata emergono un nodo di Salomone, una stella a sei punte, diversi altri Oranti, una ruota e altri simbolismi floreali.
Le simbologie del pavimento
All’interno della pieve si percepisce un’intensa aura mistica e devozionale. Il pavimento è decorato con un motivo dai toni di bianco, nero e rosso, i tre colori della Grande Opera  albedo, rubedo e nigredo e un fiore dell’Apocalisse, antico e potente talismano contro le forze del male. Questo simbolo, presente in molte opere alchemiche e medievali, nasceva dall’interazione di quattro porzioni di cerchi a quattro petali, come i quattro elementi dell’universo: Fuoco, Acqua, Terra, Aria, uniti in un movimento armonico. Il simbolo rappresentava anche i quattro evangelisti e veniva spesso inciso dai prodi Templari come traccia del loro passaggio. Sempre sul pavimento troviamo una decorazione circolare contenente una clessidra con diverse frecce direzionali in senso orario, che ricordano un orologio. La clessidra, come la runa Dagaz, rappresenta la luce del giorno che spezza l’oscurità. Un simbolo universale, in quanto si ritrova in molteplici vesti, come farfalla, ad esempio, era attribuita alla Grande Madre e ai culti del Femminino Sacro. E’ posta in mano alla Morte, affinchè l’uomo non dimentichi la sua mortalità. Un simbolo adottato dai Fratelli Massoni ad indicare il Tempo attivato dal movimento dell’apprendista a significare la nostra volontà, ovvero la mano che gira la clessidra e determina le nostre azioni. Inoltre un grande e complesso fiore della Vita è posto davanti al portone meridionale, inserito in due quadrati. Il cerchio rappresenta il cielo nei suoi cicli e rivoluzioni, il suo movimento è perfetto, immutabile, senza inizio e fine, né variazione, questo fa sì che possa simboleggiare anch’egli il tempo, come successione continua e invariabile di istanti, tutti identici gli uni agli altri.
È metafora del cosmo anche nei suoi rapporti con la terra, rappresentata dal quadrato. I due quadrati che lo contengono simboleggiano la Terra. Tra tutte queste raffigurazioni della geometria sacra, non potevano mancare le scacchiere. Qui ne troviamo due: una, con quadrati bianchi e neri (8×10) ed un’altra vuota (4×4). A prescindere dal numero delle caselle, la scacchiera può essere vista come mandala, però di forma quadrata invece che circolare, equivalente al simbolo dello yin e dello yang, legato a significati connessi alla ciclicità senza fine e al principio degli opposti che si attraggono e si respingono: il maschio e la femmina, lo spirito e la materia, la luce e la tenebra. Sono i due colori dell’eterna lotta tra le forze del bene e del male proprio come il vessillo bianco e nero dei cavalieri Templari: il beauceant. Le caselle 4×4 alludono al sistema octale o ottonario, il numero otto e i suoi multipli, oltre a tutte le figure geometriche a esso riconducibili, come ad esempio l’ottagono, rappresentano ciò che sta tra la terra (simboleggiata da un quadrato oppure da un cubo) e il cielo (rappresentato da figure circolari o sferiche).  Riassume il concetto di equilibrio perfetto tra le energie telluriche e quelle cosmiche, ma anche quello di rigenerazione e rinascita. Il tutto è inoltre coronato da nodi infiniti a tre cerchi, animali con doppie teste, diverse Vescica Piscis, serpenti, spirali. In queste rappresentazioni, le figure umane sono rare e caratterizzate da un aspetto tozzo e poco realistico. Sarebbe davvero interessante scoprire se a San Cassiano esistano tracce dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio, cercheremo di sviluppare nel tempo altre ipotesi, spingendo verso una visita più approfondita nel magico territorio lucchese.
Daniela Fogar
Fotografie di Mirko Urso e Gianluca Cinquilli

 

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