Sassu, bella retrospettiva a Sanremo
Un’altra mostra esportata a Sanremo-questa volta non dal prestigiosissimo Ducale di Genova come nel caso dei tessuti della Mita ma da Pozzo Garitta di Albisola – un’altra grande esposizione di qualità che ha già riscosso successo. Vale a dire che si va sul sicuro, rischi zero.
Del resto già da quattro anni il Circolo degli Artisti di Albisola e il Casinò di Sanremo collaborano ma questa volta la retrospettiva è particolarmente interessante essendo incentrata sui bronzi (ben venti), il fascinoso metallo particolarmente legato al nome di Aligi Sassu ancora a 20 anni dalla scomparsa, con curatela di Federica Flore.
Non solo i cavalli: qui la scommessa è contestualizzare l’opera di Sassu nell’arco del Novecento, avendo abbracciato il futurismo, il postimpressionismo, essendo stato tra i fondatori di Corrente per aderire poi al realismo sociale e terminare la carriera con opere dal gusto fantastico.
Le opere della mostra sanremese al Casinò in essere fino al 20 ottobre prossimo vanno dal 1939 al 1996, quando realizzò ‘Il centauro innamorato’ visibile nella mostra, che segna un ritorno di Sassu al Casinò di Sanremo dal 1984.
“Le opere determinano un concetto che dovrebbe essere comune ad ogni uomo: la cura. Il prendersi cura anche della materia, non vuol dire essere ‘materialisti’, ma, più che altro, convinti sostenitori di un’energia vitale, e perché no, tipica anche della scultura”, scrive la curatrice Federica Flore.
“Uno scultore che è riuscito a trasfondere anche nel bronzo la sua visione del mondo, dell’eros e del creato, testimonianza di passione, personalità intensa e capacità espressiva”, sottolineano il direttore generale del Casinò Giancarlo Prestinoni e il consigliere Olmo Romeo.
Ricordiamo inoltre che oltre ai bronzi Aligi Sassu ha raggiunto livelli espressivi straordinari anche con la creta e la ceramica.
Giulia Cassini