Tutti i segreti del nostro “Fitti”
Nel prossimo numero de L’Eco della Riviera raccontiamo un sanremese-tabiese che ci rende orgogliosi: Paolo Fittipaldi, scrittore, autore televisivo e di teatro, artista a trecentosessanta gradi, dalla verve travolgente e dalla sottile ironia.
La prima domanda però ve la serviamo già come antipasto….
Sei entrato gloriosamente nella categoria dei quarantenni, ma li autodefinisci “né carne né pesce”, a metà strada tra “i vecchi baroni mangiaopportunità” e “i giovani hi-tech”, se poi ci aggiungiamo che sei nativo di Sanremo e che hai girato mezzo mondo per trovare te stesso e crescere professionalmente cosa vien fuori? Un tuo ritratto per aggettivi
“Sono già 40? Pensavo di averne 27! Noooooooo! Mi hai rovinato l’esistenza! Comunque bene, intanto vedo con molto piacere che sei andata a curiosare sul mio blog che tra l’altro non frequento nemmeno io. Purtroppo, nonostante le giuste bacchettate del mio webmaster Mimmo, il sito/blog lo uso poco per adesso. Diciamo che mi sono concentrato sui social… e chissà se a forza di mazzate imparerò le lezioni di Mimmo.
Comunque sì, io sono convintissimo che i quarantenni di oggi siano intrappolati tra chi insegue con fervore agonistico (i giovani) e chi blocca la strada davanti. Non ne faccio una guerra generazionale, ma sentirsi una buga sul bagnasciuga che si dimena, a volte ben rappresenta quello che provo.
Io sono nato a Sanremo, sono cresciuto ad Arma di Taggia e in una marea di altri posti nel mondo. Sono partito col mio zaino, che si chiama Louis, per cercare me stesso, ma per fortuna non mi sono trovato. In compenso però, ho trovato tantissime altre cose che mi porto dietro ancora adesso.
Il mio ritratto per aggettivi? Poiché è la moda di oggi un paio di aggettivi li invento anch’io: “azzurroso” per via degli occhi, “peroso” per la mia caratteristica forma del corpo a pera, “altoebassoso” dipende molto dall’umore, “pelutoso” per ovvi motivi genetici del mio manto, “delfinoso” curioso (questa la capiranno i 40enni), felicità a momenti e resistente agli urti. Questi due non sono aggettivi ma rendevano bene l’idea”.
Giulia Cassini