Giovanna Uva ci racconta Vincenzo Mazzullo dal Teatro Stabile di Genova fino al Michigan.
Ospitiamo sulle pagine “virtuali” dell’Eco della Riviera il profilo artistico e biografico che Giovanna Uva dedica al suo compagno Vincenzo Mazzullo regista e attore. Giovanna, nell’articolo, ci racconta del passato di Vincenzo Mazzullo, come educatore sociale nelle zone di guerra e della sua importante carriera come attore e regista, cominciata sulle tavole del palcoscenico del Teatro Stabile di Genova
“Come ho scritto svariate volte a chi mi chiede come sia vivere con un artista rispondo” bisogna saper sognare insieme a lui”. Ed Enzo per gli amici ma all’anagrafe Vincenzo Mazzullo, classe 1965, classe di ferro direi, quando tutto era ben lontano dalla realtà attuale, lui era pronto a battersi per i propri sogni. Un giovine apparentemente come tanti altri, con i suoi occhioni neri tipici del sud sgranati su questo mondo difficile, armato di forza e determinazione per la propria realizzazione. Un giorno decide di esternare alla sua famiglia la fervida intenzione di fare l’attore. La fiamma artistica arde già in lui ma l’esigenza di compiere il dovere alle armi ne arresta momentaneamente la corsa verso gli studi. Sono gli anni di Pisa, dei Parà, da cui si congederà come sergente. Passano gli anni ma è ferma sua intenzione nutrire la propria sete di arte. Così parte il meraviglioso progetto che si commuta in realtà attraverso la realizzazione ed il raggiungimento del diploma presso l’Accademia dello Stabile di Genova, che lo forma e ne esalta le capacità attoriali. Ma in una società in cui di sola arte non si può vivere, Mazzullo deve lavorare e sarà il lavoro a scegliere la sua persona per sensibilita e delicatezza. Svolge per anni l’educatore sociale nelle zone di guerra, nel recupero di bambini con situazioni disagiate. Ma l’arte nel frattempo? Non lo abbandonerà mai. Tra una missione e l’altra Mazzullo fa cabaret, teatro tra Milano e Roma, televisione in Rai e prende parte a svariati film. “Pugni chiusi” di Barbantini, “Il funerale di Fibonacci” di Emanuele Sana, “L’altro lato”e Buio Profondo” di Giuliano Pagani, la serie web “Links” di Giorgio Pastore, “Qualcosa da condividere” e “Star system” entrambi di Tiziano Paltrinieri, i cui premi al Fantafestival a Roma ed i riconoscimenti nel Michigan sono ormai storia. 30 anni di carriera e la voglia ancora di mettersi in gioco, di continuare a tenere vivo quel fuoco che lo arde dentro. Mazzullo scrive, scrive anche di notte. Ispirato da una location in Abruzzo scrive la sceneggiatura di “Villa Carolina” e ne cura la regia e gli aspetti recitativi dei suoi collaboratori, godendo a piene mani dei risultati in fatto di visualizzazioni di questo cortometraggio, che per essere il primo di un regista in erba, lo gratificano e sono di tutto rispetto. In pochi mesi scrive una seconda sceneggiatura “Tables” che uscirà ad aprile, storia di bische clandestine e del sottile confine che si crea tra un giocatore ed un delinquente e che parteciperà a svariati Festival. A giugno cominceranno le riprese di “Blatters” il primo lungometraggio di questo artista poliedrico che, attraverso la visione che sembrerebbe onirica di un mondo surreale e sotterraneo, ha voluto in un certo modo focalizzare l’attenzione su vizi e virtù dell’essere umano. Superati ormai i 50 anni per Mazzullo è iniziata l’epoca della regia.con un occhio sempre rivolto all’attorialità e da una mente così splendidamente creativa possiamo solo attenderci dei lavori cinematografici di pregio.
Giovanna Uva