Fino al prossimo 25 settembre Il Museo Civico di Storia Naturale “G. Doria” ospiterà negli spazi entrando a sinistra dedicati alle temporanee la mostra WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR, l’evento più prestigioso e importante, a livello mondiale, nell’ambito della fotografia naturalistica.

 

La mostra di fama mondiale Wildlife Photographer of the Year arriva a Genova come seconda tappa italiana, dopo il Castello di Bard (dal 3 febbraio al 5 giugno scorso)e prima di Milano e Roma, nell’ambito del tour italiano gestito da Pas Events s.r.l. Al Castello di Bard l’immagine vincitrice è “A tale of two foxes” di Don Gutoski (Canada). Lo scatto ritrae una volpe rossa che trascina la carcassa di una volpe artica nel Wapusk National Park in Canada. “Ruffs on display” di Ondřej Pelánek della Repubblica  Ceca è invece la foto vincitrice assoluta nella sezione Giovani. Lo scatto immortala la lotta fra due uccelli maschi per le femmine e in difesa del proprio territorio. Sempre un duello per la sopravvivenza, la natura come scontro e lotta tra cacciatore e preda o tra esemplari simili per la riproduzione e la conservazione della specie. Tra gli italiani che hanno partecipato Ugo Mellone con la foto “Butterfly in Crystal” si è aggiudicato la Categoria Invertebrates .

 

La mostra- come spiegano gli organizzatori- è realizzata e prodotta dal Natural History Museum di Londra e deriva da un concorso internazionale che ha visto la partecipazione di fotografi professionisti e amatoriali provenienti da 96 paesi. Sono state ben 42.000 le foto valutate da una giuria internazionale in base alla creatività, al valore artistico e alla complessità tecnica; le foto vincitrici vanno a costituire la mostra.

 

 

Wildlife Photographer of the Year è divenuta negli anni un appuntamento imperdibile per tutti coloro che amano la natura nella sua dimensione più spontanea e incontaminata: dagli spettacolari paesaggi sconfinati ai ritratti che svelano l’intimità dei comportamenti animali, la mostra offre un quadro ineguagliabile della bellezza, del dramma e della diversità del mondo naturale. Sin dal suo lancio, nel 1965, il concorso è rimasto un esempio di fotografia autentica e di una fedele rappresentazione del mondo naturale, libera da troppe correzioni e aggiustamenti, sincera nella scrittura delle didascalie e in totale rispetto del benessere degli animali e del loro ambiente.

 

 

Questi fotografi dimostrano l’eterogeneità dei codici espressivi ma hanno un punto in comune fondamentale: lavorano all’aperto, direttamente a contatto col territorio naturale e spesso impiegano ore e ore, giornate intere in condizioni estreme per poter catturare un istante dal forte valore simbolico oltre che naturalistico. Entrando si trovano “I primi scatti”, quelli dei giovani fino ai 17 anni, che sono molto più interessanti di quanto si possa immaginare. Anche questi fotografi “in erba” (anche se definirli così è davvero riduttivo) hanno affrontato freddi estremi, calure infuocate e anche il morso delle formiche soldato pur di ottenere l’effetto ricercato. E’ il caso di “Giorni d’estate” di Carlos Perez Naval(Spagna) o de “L’attacco dell’oca” di Josiah Launstein (Canada) o ancora de “La lepre delle nevi” di Rosamund Macfarlane. Intrigante anche a livello documentale la sezione “Diversità sulla Terra” incentrata sulla flora e sulla fauna a raccontare la storia sulla fragilità di un habitat, le sue caratteristiche o l’affascinante comportamento di una specie.

 

A questo punto si è pronti per andare “Sott’acqua”, “Sulla Terra”, “Dal Cielo” e “Ambiente urbano”, come viene scisso “Ambienti terrestri”, tentando di raggiungere ogni realtà, dalla più sperduta alla più vicina. Capita così di trovarsi di fronte “Il boccone della balena” di Michael AW (Australia) scattata durante l’annuale migrazione delle sardine, ingoiate a centinaia da un’imponente balenottera o di essere “Venuto dagli abissi” di Fabien Michenet (Francia)con un giovane polpo di soli due centimetri, o di seguire un fosso di ghiaccio in una foresta ricoperto di foglie con “Attimi congelati” di Hadrien Lalague (Francia). L’opera spesso cambia di scala raggiungendo un contatto ravvicinato con specie invero difficilmente apprezzabili come “La bellezza dello scarabeo e la spirale dell’amore” di Javier Aznar Gonzalez de Rueda (Spagna) o “Una farfalla nel cristallo” di Ugo Mellone (Italia), dove una farfalla titonia è letteralmente mummificata dall’alta concentrazione salina e sepolta in una bara di sale.

 

 

Si affrontano forti folate di vento come in “Lottando contro la tempesta” di Vincenzo Mazza (Italia) dove, mentre la famiglia di cigni combatte contro le onde, tre oche selvatiche appaiono nell’ inquadratura a completare lo scatto. Si rimane poi completamente dislocati in terre lontane nutriti non solo dalla vista ma dal rumore che sembra scaturire dalle opere, come quello dell’acqua che promana naturalmente da “Lo spruzzo della cascata” di Sheldon Pettit (Australia) e che si mischia alla musica di sottofondo che accompagna nelle varie sale.   Entrando completamente in un’altra dimensione di benessere e contatto con la natura si trovano opere come “Le ali dell’angelo” di Ellen Anon (Stati Uniti) scattate a -26° per immortalare le “felci di ghiaccio” che si formano a partire da imperfezioni come graffi o punte di sapone e danno origine a queste forme particolarissime. A tratti ci si sente sommersi da una atmosfera limbale, da luce e colori non della realtà ma della mente che altro non sono se non le forme, le cromie e i disegni della natura che ha una sua estetica raffinatissima, dagli affascinanti scarabocchi creati dai fenicotteri alle delicate geometrie dei cristalli di ghiaccio. Sembra dire che oggi non abbiamo inventato niente: tutto era già preesistente e promana dalla natura stessa. Viene spontaneo così riflettere anche sulla salvaguardia della natura e degli animali in via di estinzione, sul valore inestimabile del nostro ambiente. Si rimane pensosi di fronte a lavori come “Felini spezzati “ di Britta Jaschinski (Germania) dove le tigri drogate senza più artigli sono controllate durante gli show da aste che hanno alle estremità delle punte di metallo, rivelando l’assurdità di alcuni spettacoli. Si vede la mattanza senza filtri in “Fine della corsa per i tonni” di Karine Aigner (Stati Uniti) e si nota la scialba tristezza di “Incatenato alla tradizione” di Emily Garthwaite ( Regno Unito) , con l’esemplare di elefante incatenato ad una colonna del tempio, dopo una processione durata sei ore, finendo per denunciare il traffico illegale di avorio in tutti i suoi aspetti. Opere dunque almeno doppiamente importanti: sul profilo etico come su quello artistico. Per vederle occorre compiere un viaggio che rimane parte integrante della fotografia artistica, ma non bisogna dimenticare, come ha sottolineato il Sindaco Doria nella conferenza stampa che non serve andare troppo lontano per rimanere suggestionati: ben lo dimostra la sezione urbana con gli animali comuni che stupiscono per il particolare, per l’inquadratura o semplicemente per la straordinaria poesia della palette cromatica. Suadenti cromatismi avvolgono per esempio l’opera “Paesaggio urbano con cormorani” di Frank Abbott (Stati Uniti).

 

 

 

fotoservizio di Giulia Cassini

 

INFO tel.: 010 564567

ORARIO:da martedì a domenica, dalle ore 10 alle 18; lunedì chiuso.

Biglietti per accedere alla mostra WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR: – ingresso intero € 5,00 – ingresso ridotto €3,00 (visitatori di età compresa tra i 3 e i 14 anni; visitatori con età superiore ai 65 anni; persone disabili; componenti di gruppi superiori alle 15 unità); E’ prevista la gratuità: per i bambini da 0 a 3 anni; per gli insegnanti accompagnatori di scolaresche in visita; per gli accompagnatori di persone disabili; per i soci della Società degli Amici del Museo Doria.

I possessori del biglietto della mostra WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR potranno visitare il Museo pagando il biglietto ridotto per il periodo 17 giugno-2 ottobre 2016. Allestimento a Genova a cura di: – Museo Civico di Storia Naturale “G. Doria” – Società degli Amici del Museo Doria – Cooperativa Solidarietà e Lavoro

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